Ai piccioni ora sono vietate anche le briciole. Ma l’impressione è che a frenare la loro proliferazione non sarà tanto l’ordinanza del Comune di Firenze. Gli eredi ingrassati e impigriti degli animali viaggiatori per eccellenza oggi hanno nemici più insidiosi del provvedimento con cui Palazzo Vecchio proibisce di scuotere le tovaglie in terrazza o in giardino, pena la multa fino a 500 euro.
Da secoli padroni nei cieli (sempre meno) e nelle piazze (sempre più) delle città, ora i piccioni cominciano ad avere concorrenti e predatori davvero agguerriti.
I falchi pellegrini hanno preso l’abitudine di accudire i piccoli nei centri storici (spesso ripresi dalle webcam, come la coppia del campanile di San Petronio a Bologna o quella della facoltà di Economia alla Sapienza di Roma). Ma è soprattutto l’esplosione dei gabbiani a minacciare la qualifica di “spazzini delle città” di cui i piccioni si fregiano da decenni. I volatili venuti dal mare non disdegnano di mangiare i colombi durante la cova, e gli stessi piccoli, contribuendo a frenarne l’aumento. La concorrenza di taccole, gazze, merli e cornacchie grigie — altre specie ghiotte dei nostri scarti alimentari — farebbe il resto, se la mole dei rifiuti umani non garantisse in realtà un pasto abbondante per tutti.
«Vista con gli occhi di un uccello, la città può ben sembrare un surrogato di una scogliera, con tutti quegli anfratti e le pareti verticali » spiega Silvano Toso, dirigente dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). «Ecco allora che da diversi anni gabbiani e falchi hanno iniziato a nidificare sui tetti. I numeri dei falchi sono piccoli, ma i gabbiani che si nutrono rovistando nella spazzatura si stanno espandendo assai rapidamente». Che non sia un problema di tovaglie scosse, ma piuttosto di discariche e cassonetti, è chiaro a veterinari e ornitologi: «Senza le nostre briciole piccioni e similisopravviverebbero benissimo» spiega Salvatore Catania, ricercatore dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie. «Nelle città trovano cibo in abbondanza. Ma l’alimentazione più ricca del normale ha l’effetto di intensificare il loro ciclo riproduttivo, facendo aumentare il numero degli esemplari».
«I gabbiani sono una specievincente perché onnivora, gregaria, di grandi dimensioni, opportunista. E non ha predatori in città. A Roma il primo nido è stato avvistato nel 1971. Oggi tutte le città di mare, e alcune di fiume, registrano tra le 300 e le 500 coppie nidificatrici», spiega Marco Dinetti, responsabile del settore ecologia urbana della Lipu (Lega italiana protezione uccelli). Se il gabbiano reale sta spodestando il piccione nelle città di mare, Napoli è uno dei centri urbani in cui più intensa è la battaglia dei cieli e dei tetti. Fabio Procaccini è il delegato provinciale della Lipu: «L’aumento dei gabbiani negli ultimi 2-3 anni è stato netto. Ho visto esemplari predare i piccioni nei loro nidi. Ma soprattutto iniziamo a ricevere telefonate dai cittadini che si sentono minacciati. Durante la nidificazione, tra aprile e luglio, le coppie di uccelli occupano terrazzi o tetti. Chiunque si avvicini diventa allora una minaccia. I gabbiani iniziano a chiamare rinforzi, a gridare e a volteggiare con le ali aperte per allontanare l’intruso. Sì, in alcuni casi ci sono stati anche attacchi con il becco».
Repubblica – 16 agosto 2013