Arriva a margine del G8 l’ok all’avvio dei negoziati sull’accordo tra Stati Uniti e Unione europea
Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy; il presidente Usa Barack Obama; il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e il premier britannico David Cameron (Epa/Rain)L’accordo di libero scambio tra Usa e Ue – che oggi ha registrato a margine del G8 il via libera all’avvio dei negoziati – vale «30 milioni di posti di lavoro per entrambe» le sponde dell’Atlantico. Lo ha detto il presidente Usa, Barak Obama, in una conferenza stampa a margine del G8 in corso in Irlanda del Nord. I colloqui sull’accordo inizieranno «il prossimo mese» a Washington, ha poi precisato il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, nel corso di una conferenza stampa congiunta con Obama, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il primo ministro britannico David Cameron. L’accordo, ha ribadito Barroso, potrebbe offrire «ampi benefici economici» per entrambe le parti. Il negoziato durerà almeno due anni, ha indicato il presidente della Commissione europea.
«NO A UN ACCORDO AL RIBASSO» – «Abbiamo resistito alla tentazione di un accordo al ribasso pur di avere un accordo», ha detto Obama sottolineanda la necessità di non ridurre le ambizioni del negoziato, probabilmente una stoccata per lo stop Ue sul settore audiovisivo. Il presidente Usa ha indicato che dell’accordo commerciale Ue-Usa potrà beneficiare il resto del mondo viste le dimensioni delle due aree continentali, ma che in ogni caso «se il commercio è importante, è importante la strategia complessiva per la crescita economica». Un messaggio chiaro indirizzato agli europei che, secondo l’amministrazione americana, fanno ancora troppo poco per sostenere la domanda. Da parte europea si punta ad accelerare al massimo i negoziati con gli Stati Uniti: Barroso ha ammesso, però, che «non sarà facile» e Obama ha aggiunto che ci sono «molte questioni sensibili», che ci sono anche interessi politici dalle due parti dell’Atlantico.
LA QUESTIONE DEGLI AUDIOVISIVI – La questione degli audiovisivi, sui quali la Commissione europea attualmente non ha mandato a negoziare, non è stata evocata nella riunione Obama-leader Ue. Da parte americana però il messaggio degli ultimi giorni agli europei è stato molto chiaro: è importante che la partnership transatlantica su commercio e investimenti riguardi tutti gli aspetti delle relazioni tra le due aree. Non è un caso che Obama abbia ricordato come sia stato evitato il rischio di un negoziato «al ribasso». Da parte americana si ritiene evidentemente che ad un certo punto l’audiovisivo dovrà apparire sul tavolo.
«NEGOZIATO STORICO» – Già si parla di negoziato «storico», di una grande occasione per consolidare la crescita economica che si spera entro nei prossimi due anni sarà decollata. La «partnership» euro-americana sarà importante non solo per la ricaduta economica (beneficio per famiglia previsto 545 euro all’anno nella Ue, 655 euro negli Usa), per i posti di lavoro (30 milioni per entrambe le sponde dell’Atlantico), ma anche e soprattutto per testare la possibilità di trovare un giusto equilibrio sulle regole e gli standard (riducendo le barriere non tariffarie) nella consapevolezza che gli standard concordati tra Ue e Usa possono diventare standard di riferimento planetario.
La Stampa – 18 giugno 2013