Professori in fila, in ordine alfabetico, per sperare nell’estrazione «fortunata» dello stipendio. L’assurda lotteria è accaduta davvero in una scuola superiore di Grosseto, il liceo linguistico Rosmini, ed è servita per pagare cinque insegnanti precari su undici, gli unici a poter sperare nel salario di febbraio, perché i fondi ministeriali sono arrivati dimezzati.
L’episodio è stato denunciato dalla Cgil. «Purtroppo non è un caso isolato — ha spiegato Alessandro Rapezzi, segretario della Flc-Cgil Toscana —. Le nostre scuole ricevono un budget spesso non sufficiente e i precari non sono pagati allo stesso tempo come ogni lavoratore meriterebbe. Nel liceo di Grosseto, per esempio, per erogare la mensilità di febbraio di undici docenti sarebbero serviti 12 mila euro, ma dal ministero ne sono arrivati solo 5 mila. Ecco così che, per non creare favoritismi, si è pensato di organizzare provocatoriamente l’estrazione a sorte dello stipendio».
La preside della scuola, Gloria Lamioni e il dirigente amministrativo, Giovanni Scarano, hanno confermato che il metodo della lotteria si è reso indispensabile per i continui ritardi nell’assegnazione dei budget mensili per pagare i docenti supplenti. «È assurdo, ma siamo costretti a farlo», ha ammesso la preside.
Quando i «prof dello stipendio a sorte» sono stati informati dell’escamotage hanno pensato a uno scherzo. Poi hanno accettato la lotteria con quella rassegnazione che a volte è anche denuncia sociale. «Ci siamo abituati, dopo anni di precariato», hanno spiegato. Chiedendo però, insieme alla maggioranza del corpo docente e amministrativo della scuola maremmana, di dare massima diffusione alla notizia e di informare i sindacati. Che hanno assistito diligentemente all’estrazione, come improbabili notai, a difesa dell’imparzialità. Nessun trucco signori. Nessuno inganno. «Ci sarebbe da sorridere se la situazione non fosse drammatica — spiega Rapezzi —. Perché solo in Toscana ci sono almeno 500 lavoratori della scuola che non hanno la certezza di essere pagati».
Secondo la Cgil a provocare la débâcle è stato il blocco delle assunzioni per il personale Ata. «C’è un esercito di docenti — sottolinea Rapezzi — messi fuori ruolo per motivi di salute, che il ministero ha deciso debba passare nei profili amministrativi e solo in Toscana sono 233 che andranno ad occupare i 104 posti Ata vacanti, con 129 unità in esubero. Insomma, 700 lavoratori non hanno avuto la stabilizzazione del loro posto di lavoro».
E i sei insegnanti precari rimasti esclusi dalla lotteria dello stipendio? Dovranno aspettare ancora e il ritardo potrebbe protrarsi per diversi giorni. I sindacati sono già stati informati di nuovi ritardi per i pagamenti di marzo (che già dovrebbero essere stati pagati), aprile e maggio. «Dobbiamo far fronte a situazioni gravissime — denuncia Rapezzi — con lavoratori che hanno arretrati anche di quattro mesi».
Corriere.it – 6 aprile 2013