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    Home»Notizie ed Approfondimenti»L’Inps scopre 70mila irregolari. Nel mirino anche i lavoratori autonomi: a segno il 67% delle ispezioni
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    L’Inps scopre 70mila irregolari. Nel mirino anche i lavoratori autonomi: a segno il 67% delle ispezioni

    pecore-elettricheInserito da pecore-elettriche3 Gennaio 2014Nessun commento4 Minuti di lettura
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    Crescono le forme illecite Secondo l’analisi condotta dal ministero del Lavoro, i comparti più a rischio sono agricoltura ed edilizia

    Oltre 80mila, per la precisione 80.387, ispezioni effettuate, in crescita del 9% sul 2011. E circa 70mila lavoratori (69.387) in nero e irregolari scoperti. Anche qui in aumento di ben il 22 per cento rispetto ai 56.660 addetti non in regola «stanati» un anno prima. L’attività ispettiva 2012 dell’Inps ha segnato numeri in rialzo pure sul fronte delle somme accertate a consuntivo: 1,1 miliardi di euro contro i 981 milioni del 2011 (quindi, +12 per cento).

    Particolarmente incisiva è stata l’azione degli ispettori nei confronti delle aziende. Nel 2012 ci sono stati 46.126 accessi (il 57% degli 80.387 accessi totali), ed è stata riscontrata una percentuale di irregolarità dell’80% delle imprese ispezionate. Si tratta di accertamenti su lavoratori in nero quando cioè si lavora senza un regolare contratto. O su lavoratori ritenuti irregolari. In questo caso vengono evidenziate diverse casistiche. Forme di «lavoro grigio» (un orario di lavoro diverso da quello previsto per legge o parte del compenso fuori busta paga). Ma anche forme di lavoro elusivo (è il caso delle false collaborazioni: co.co.pro. ma con orari e incarichi ben definiti come quelli di un lavoratore dipendente). O più semplicemente lavoratori parzialmente irregolari, se emerge che non vengono rispettate alcune norme relative a versamenti previdenziali o assicurativi, oppure se non viene rispettato quanto previsto in materia di ferie, riposi, malattie.

    Nel mirino degli ispettori Inps sono finiti anche i lavoratori autonomi; e anche qui la percentuale di irregolarità è risultata piuttosto elevata. Su 29.469 controlli effettuati (37% del totale) il 67% non è risultato in regola. Le restanti 4.792 ispezioni (6% del totale) sono state effettuate su iscritti alla gestione separata. L’accertamento complessivo 2012 ammonta a 1,1 miliardi, di cui ben 902 milioni riguardano ispezioni su aziende.

    Nei primi sette mesi del 2013, invece, secondo i dati del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sono state verificate 202.379 posizioni lavorative (in diminuzione del 29,3% rispetto a gennaio-settembre 2012), con l’individuazione di 91.109 lavoratori irregolari, di cui 32.548 totalmente in nero (pari al 36% dei lavoratori irregolari, con un aumento di 5 punti percentuali rispetto allo scorso anno). In 439 casi è stata riscontrata una violazione penale per impiego di lavoratori minori, mentre è stato individuato l’impiego di 816 lavoratori extracomunitari clandestini, circa il 2,5% dei lavoratori in nero, in lieve diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2012. Il lavoro irregolare è diffuso in tutti i settori di attività economica, tuttavia la quota del lavoro nero si annida maggiormente in agricoltura (58% degli irregolari) e nell’edilizia (43%). Tutti gli altri fenomeni, quali ad esempio appalti illeciti, l’uso non corretto del contratto Fase di previsione e fase di conclusione del Piano 2012. di somministrazione (7.548 numero di lavoratori coinvolti) e le violazioni della disciplina in materia di orario di lavoro (10.082 lavoratori) subiscono una decisa riduzione.

    Prosegue, infine, l’attività di verifica «Poseidone», basata sull’incrocio di archivi Inps, dichiarazioni dei redditi liquidate dall’agenzia delle Entrate ed elenchi di Infocamere. Sono state inviate 73.856 lettere a liberi professionisti e 68.984 a ditte individuali e soci di società non iscritte alla gestione speciale per gli esercenti attività commerciali. L’accertamento si è focalizzato anche sui soggetti che svolgono attività per la quale sussiste l’obbligo contributivo a una cassa professionale autonoma, qualora lo stesso non sia esclusivo. È il caso di ingegneri e architetti che sono obbligatoriamente iscriti a Inarcassa, tranne nel caso in cui abbiano già un’assicurazione previdenziale obbligatoria, in quanto, per esempio, lavoratori dipendenti. In tal caso essi sono assoggettati a obbligo contributivo nella gestione separata.

    Repubblica – 3 gennaio 2014 

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