Perché la più grande industria al mondo del cibo, Nestlè, produce tortellini con carne di cavallo? Risposta: perché costa meno di quella bovina e perché mancano i controlli. La premessa, come spiega oggi Nestlè nel comunicato sul ritiro di tortellini e ravioli in Italia con marchio Buitoni e di lasagne in Francia, è che non ci sono dimostrazione che la carne equina finita all’insaputa dei consumatori nei ripieni della pasta sia nociva.
A causa della crisi, le grandi catene dell’alimentare hanno chiesto alle aziende di non aumentare i prezzi dei prodotti. Come si fa a vendere allo stesso prezzo nonostante l’inflazione? Si cambia la ricetta. Una inchiesta del Financial Times dei giorni scorsi, ha rivelato che la carne di cavallo viene venduta a mezzo euro al chilo in Romania, e da lì poi parte per l’Europa. Quella bovina viene venduta a 3 euro al chilo. Ovviamente non sono le multinazionali del cibo a cambiare materia prima, ma i fornitori. Come per l’edilizia, si crea una catena di subappalti in cui più si scende e meno pressanti possono rivelarsi i controlli.
Nel caso dei tortellini italiani e spagnoli, il fornitore di Nestlè è JBS, il più grande produttore al mondo di carne, con sede in Brasile, un colosso da 40 milioni di capi macellati ogni anno. JBS si è affidata alla divisione belga JBS Toledo, la quale si è rifornita a sua volta dal subcontractor tedesco H.J. Schypke. La casa madre si dichiara quindi estranea alla scandalo, e ha sospeso ogni rapporto con il fornitore dalla Germania. Resta da chiedersi quanti e quali controlli Nestlè, JBS e JBS Toledo abbiano compiuto sul fornitore tedesco – controlli a campione e a sorpresa nell’azienda Schypke – prima che venisse alla luce la frode della carne equina e che fosse scoperto che nei tortellini non c’è solo carne bovina al cento per cento.
corriere.it – 19 febbraio 2013