Breaking news

Sei in:

L’Istat verso la revisione delle stime, il Pil trimestrale è cresciuto di più. Il Mef: il dato sul fatturato promette un segno positivo. Il 2 settembre i numeri definitivi

Il fatturato dei servizi accelera nel secondo trimestre. A certificarlo è l’Istat, specificando che nel periodo compreso tra aprile e giugno l’indice destagionalizzato che misura il fatturato dei servizi è aumentato dell’1% rispetto al primo trimestre. La variazione è superiore a quella registrata nei due trimestri precedenti.

L’Istituto di statistica specifica che i segnali di crescita risultano diffusi. A tirare sono stati il trasporto aereo con un aumento del 3%, i servizi postali e le attività di corriere (+1,9%), la manutenzione e la riparazione di autoveicoli (+1,3%) e a seguire i servizi di comunicazione e il commercio all’ingrosso con progressi meno significativi. La sola variazione congiunturale negativa è quella registrata nel settore del trasporto marittimo. Il dato complessivo del fatturato dei servizi rispetto allo stesso periodo del 2015 segna un balzo del 2%. Tanto che alla luce della certificazione dell’Istat il ministero dell’Economia confida in una revisione al rialzo del Pil (Prodotto interno lordo) per il secondo trimestre, pur tenendo conto che il dato non include l’intero mondo dei servizi (credito e assicurazioni, per esempio, sono esclusi) e che in termini di valore rappresenta circa il 25% del Pil. Il ritocco verso l’alto, seppure minimo, consentirebbe di scongiurare un dato di crescita pari allo zero come stimato dall’Istat lo scorso 12 agosto.

Il riscontro definitivo è atteso per venerdì 2 settembre, in occasione della nuova diffusione dei dati da parte dell’Istat sull’andamento dell’economia. Un’eventuale revisione sarebbe, secondo fonti del ministero, incoraggiante anche perché in caso di crescita non si interromperebbe il trend positivo italiano e il dato sul secondo trimestre andrebbe ad aggiungersi a quello dei cinque trimestri precedenti. Vale ricordare che finora la crescita acquisita del Pil per il 2016 è pari allo 0,6%. Tradotto significa che, in caso di crescita zero nei prossimi due trimestri, il governo dovrà fare i conti con un aumento della ricchezza dimezzato rispetto al dato dell’1,2%, ossia la previsione sottoscritta dall’esecutivo nell’aprile scorso per l’anno 2016. Il rallentamento dell’economia italiana (solo la Francia evidenzia nel secondo trimestre un Pil fermo) sebbene atteso e riconducibile in parte a fenomeni globali riduce i margini di manovra del governo sia sul versante della flessibilità sui conti pubblici, sia sull’ammontare delle risorse da destinare a capitoli di spesa come pensione e investimenti. Il fatto certo è che i dati rielaborati con i nuovi calcoli del ministero dell’Economia saranno resi noti il 27 settembre con la pubblicazione della nota di aggiornamento del quadro macro economico.

Ieri sulla scia dei dati diffusi dall’Istat l’ufficio studi di Confcommercio ha indicato di ritenere «molto probabile una prossima revisione del dato provvisorio del Pil nel secondo trimestre, da zero a +0,1% o anche +0,2% su base congiunturale». A corredo sul versante governativo anche il ministero delle Infrastrutture ha specificato che «si può prevedere una crescita positiva nel secondo trimestre».

Andrea Ducci – Il Corriere della Sera – 31 agosto 2016 

site created by electrisheeps.com - web design & web marketing

Back to Top