Quarto caso di aviaria accertato dall’Izs di Forlì nell’Imolese in un allevamento di galline ovaiole, sempre facente a capo all’azienda Eurovo, che si trova a Mordano nella zona di protezione del secondo focolaio accertato il 21 agosto. Il risultato di positività è emerso ieri nel tardo pomeriggio. Destinati all’abbattimento circa 150mila capi. Vai alla situazione epidemiologica sul sito IzsVe. Un virus europeo, ben diverso da quello che ha scatenato l’epidemia di dieci anni fa e lontano da quello che ha messo in ginocchio il sud-est asiatico. È questo l’identikit del virus che ha fatto scattare l’allarme rosso di un’intera filiera e negli istituti sanitari di mezza Italia. A studiare la nuova ondata di influenza aviaria che ha colpito l’Emilia Romagna e che interessa il Veneto ci ha pensato l’IzsVe, massima autorità in materia.
Principale attore di questa situazione è il virus che appartiene al sottotipo H7N7: «Si tratta di un virus ad alta patogenicità, che può dunque causare malattia nei volatili» spiega il dottor Stefano Marangon, direttore sanitario dell’istituto
«Il virus convive nei volatili selvaggi senza comportare particolari problemi. Quando questi entrano in contatto con i volatili domestici il virus si adatta e si “incattivisce”». L’H7N7 si discosta nettamente dal sottotipo che causò l’epidemia del 2003, «ma anche dai più noti virus cinesi» continua Marangon «mentre presenta caratteristiche simili a quello circolato in alcuni volatili selvaggi dell’Europa Centrale, di Olanda e Germania in particolare, ma anche dell’Italia Centrale. Possiamo dire che si tratta di un virus tutto europeo». Il Veneto ha già pagato dazio: da lunedì è partito l’abbattimento di 220 mila volatili di proprietà della società agricola Morgante di Occhiobello (Rovigo), come misura preventiva. Un’azione precauzionale, appunto, visto che gli esiti di laboratorio delle indagini sierologiche e virologiche hanno dato esito negativo. Nel Polesine, e in generale in tutto il Veneto, non è stato evidenziato alcun sospetto di malattia né mortalità anomale. Le 220 mila galline abbattute a Occhiobello si sommano ai 700 mila capi abbattuti nella vicina Emilia Romagna (Ostellato e Portomaggiore nel Ferrarese e Mordano in provincia di Bologna), dove invece erano stati individuati veri e propri focolai di influenza aviaria.
A rassicurare sulla situazione veneta ci ha pensato ieri anche l’assessore veneto all’Agricoltuura, Franco Manzato: «L’abbattimento preventivo di Occhiobello è stato autorizzato dal Ministero in considerazione dei contatti con gli allevamenti risultati infetti in Emilia e dei tempi di incubazione della malattia. È una misura prevista dalla normativa scaturita dalle esperienze maturate in occasione di altri casi di infezione da virus influenzali ad alta patogenicità. Su tutto il territorio nazionale sono stati posti stringenti controlli sugli allevamenti della filiera avicola interessata, istituendo attorno ai focolai cosiddette zone di protezione, zone di sorveglianza e zone di sicurezza – in cui ricadono alcuni Comuni della provincia di Rovigo – con la previsione di misure di prevenzione adeguate alle zone stesse».
Intanto, oggi a Roma, alla presenza del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, si terrà un incontro tecnico per fare il punto e dove si potrebbero prospettate ulteriori misure: «Non risulta alcun pericolo per l’uomo e la salute umana, che non sembra dover temere il virus incriminato ma il contagio va fermato a tutti i costi. Dobbiamo evitare ulteriori contraccolpi economici al sistema produttivo, tenuto conto che l’Italia è anche paese esportatore di prodotti avicoli e che il Veneto, dove peraltro è cambiata la strutturazione stessa degli allevamenti rispetto ad una quindicina d’anni fa, è regione leader nelle produzioni avicole di carni e uova», è l’auspicio di Manzato. A tenere in apprensione istituzioni civili e sanitarie c’è soprattutto il tempo di incubazione del virus: i sintomi dell’H7N7 possono impiegare anche 20 giorni per manifestarsi. Conferma Marangon: «Per avere la certezza che il virus non si sia diffuso occorre un’altra settimana». (Il Mattino di Padova)
Aviaria. Quarto focolaio in Emilia Romagna. Previsto abbattimento 150 mila capi
Nuovo focolaio di influenza aviaria sul confine tra le province di Bologna e Ravenna. Il virus è stato individuato a seguito dell’attuazione del Piano di controllo straordinario previsto dalla Regione in un allevamento di galline ovaiole, di proprietà Eurovo, gruppo titolare del primo focolaio di Ostellato (Fe) e dell’altro sito a Mordano.
L’accertamento del nuovo focolaio è avvenuto grazie alla stretta rete di sorveglianza sanitaria messa in campo dalla Regione e alla collaborazione delle imprese di settore, proprio per garantire il contenimento dell’infezione all’indomani della scoperta dell’arrivo del virus in regione.
Dall’assessorato Politiche per la salute regionale riferiscono che “ Il diffondersi della malattia era prevedibile perché avvenuto nell’ambito della stessa azienda di produzione e a pochi chilometri dall’altro focolaio”. Le operazioni di abbattimento dei circa 150 mila capi inizieranno in giornata.
La Regione, per fronteggiare il nuovo caso di aviaria, ha già emanato un’ordinanza per l’attuazione delle misure straordinarie previste dalla normativa sanitaria europea e nazionale.
Nel frattempo è giunta anche l’autorizzazione dal Ministero per procedere all’abbattimento preventivo di un allevamento di tacchini situato nelle vicinanze del focolaio di Portomaggiore e Ostellato. Gli animali (65 mila circa) risultano negativi al virus ma l’abbattimento preventivo ha lo scopo di diradare la popolazione avicola sensibile alla malattia, per fare terra bruciata attorno al virus.
Prosegue intanto, in ottemperanza alle direttive assunte già la scorsa settimana, il monitoraggio degli allevamenti sotto il controllo dell’assessorato alle Politiche per la salute e il coordinamento di tutte le iniziative con gli assessorati all’Agricoltura e la Vicepresidenza per un’emergenza che, oltre ad essere sanitaria, ha risvolti economici importanti per questa regione.
28 agosto 2013