Un «tema cruciale» perché costituisce «una precondizione per rilanciare l’economia». È stato esplicito Gaetano Maccaferri davanti ai senatori della commissione Affari costituzionali, nell’audizione sul disegno di legge Madia. «Crescere è difficile», ha detto il vice presidente di Confindustria per la semplificazione e l’ambiente, che ha ricordato alcuni dati della crisi: quasi 90mila imprese chiuse negli ultimi 5 anni, quasi due milioni di posti di lavoro persi.
«Ma non impossibile – ha aggiunto – se si interviene su tre fattori: il prelievo fiscale a carico delle imprese, il credito e il rilancio degli investimenti». Ma, ha sottolineato Maccaferri, «la premessa per l’efficacia di qualsiasi stimolo all’economia è l’efficienza della Pa». Un risultato che «si raggiunge con politiche di ampio respiro, perché per risanare la macchina amministrativa non basta un’aspirina, ma occorre una cura attenta, costante e scrupolosa». Per questo «Confindustria – ha aggiunto – apprezza senza riserve la strategia messa in campo dal governo, che ha deciso di affrontare in modo organico i tanti problemi sul tappeto».
Il primo tassello è stato messo la scorsa estate con il decreto legge 90. Ma se non seguiranno l’approvazione del disegno di legge ora in discussione e dei relativi decreti attuativi «la riforma della Pa non sarà realmente compiuta». Quindi il ddl Madia per Confindustria è l’occasione per «compiere scelte coraggiose e affrontare i troppi nodi gordiani che condizionano il rapporto tra imprese e Pa. Bisogna coniugare coraggio e velocità d’azione per dare il via ad una delle riforme strutturali invocate da tempo anche dall’Europa».
Maccaferri è sceso nel dettaglio del provvedimento che, ha detto, ha tre obiettivi principali: velocizzare e rendere certi i provvedimenti, per migliorare i rapporti tra Pa e imprese; riorganizzare la Pa, per ridurne i costi e migliorarne la funzionalità; rivedere il perimetro pubblico, per razionalizzare le partecipazioni societarie. Sul primo punto è determinante rivedere la normativa della conferenza dei servizi, oggi poco chiara e motivo di numerose distorsioni. In caso di dissensi, la richiesta di Confindustria è che il confronto venga spostato in una sede diversa, in cui individuare soluzioni definitive. Non solo: l’attuale disciplina di autotutela va cambiata. «Bene che il ddl intervenga su questo correggendo le criticità. Si tratta di uno dei punti qualificanti e chiediamo che non venga snaturato».
Quanto alla riorganizzazione, sono apprezzabili, per il vice presidente di Confindustria, sia la delega per la razionalizzazione di alcuni enti pubblici, sia quella per il riordino degli uffici interni e della dirigenza. Da Confindustria c’è un apprezzamento anche per la riforma delle Camere di commercio, «a condizione che non si metta in discussione la gestione del Registro delle imprese, che le Camere hanno svolto con profitto».
Infine, la revisione del perimetro pubblico: «Troviamo discutibile che la delega non preveda mai la parola dismissioni», ha affermato Maccaferri. «È necessario eliminare quelle società che minano la concorrenza o che sono strutturalmente in perdita, se non inefficienti. Il Rapporto del Commissario Cottarelli è un’utilissima guida». Il tema delle partecipazioni è connesso con quello dei servizi pubblici locali: «Apprezziamo la volontà del governo di intervenire con un approccio organico, che mira al riassetto in direzione della concorrenza». Daun corretto funzionamento della Pa, ha concluso Maccaferri, deriverà il recupero di fiducia nelle istituzioni.
Il Sole 24 ore – 19 settembre 2014