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Lo scontro. Incarichi e patrimoni, Galan querela Zanonato

Nata come querelle politica, è finita a querele in tribunale. Giancarlo Galan ha infatti deciso di mettere nelle mani dell’avvocato Luigi Migliorini di Adria l’ultima parola sulla disfida a distanza andata in scena sabato tra lui ed il sindaco di Padova Flavio Zanonato, a colpi di dichiarazioni a mezzo stampa e tweet in Rete.

Ad aprire le ostilità, immerso nel sole della convention Pdl di Borgoricco, era stato l’ex ministro, che commentando l’aggregazione tra la multiutility padovana Acegas-Aps e l’emiliana Hera aveva stilettato: «Tutta l’operazione è un nonsense, a meno che il senso non sia quello di trovare un posto di lavoro al sindaco Zanonato quando lascerà il municipio. Con certi presupposti, è inevitabile pensare male». Parole cui era seguita la replica del primo cittadino, che da tempo ha eletto Facebook e Twitter a veicolo principe del suo pensiero: «Galan, personaggio volgare e inutile – ha scritto Zanonato sul suo profilo Facebook – attribuisce a me i suoi comportamenti per i quali possiede un patrimonio ingiustificato dal suo reddito». Per poi rincarare su Twitter: «L’energumeno fannullone se la prende con me con espressioni volgari tipiche della sua indole». Secondo Galan ce n’è abbastanza per sentirsi calunniato, oltre che offeso: «A me piace la politica chiara, maschia, anche dura, giocata sui toni forti. L’uso della calunnia e dell’offesa sterile, però, mal c’entrano con il confronto politico: esprimono solo una personalità debole, sempre più debole». E quindi, via di querela. Zanonato non s’è scomposto più di tanto e, sempre su Twitter, ha replicato: «Il codardo Galan si guarda dal ripetere le calunnie su di me (con Hera mi procuro un lavoro) ribadisco che è il suo stile». Quindi, di fronte alla tenzone giudiziaria che lo attende, ha fatto spallucce: «Io mi farò difendere da mio figlio avvocato, è bravissimo e per me è gratis». E ancora, dopo che l’ex ministro è tornato sull’argomento ospite alla Zanzara, su Radio24: «Tra le offese del Galan, l’energumeno fannullone a @Radio24_news ha dichiarato che non ho mai lavorato quindi lui da 20 anni non lavora!». I toni, dunque, sono bel lungi dall’abbassarsi.

Non è dato sapere, per ora, se il figlio difenderà Zanonato anche nella seconda querela di giornata destinata al sindaco, ossia quella depositata dall’avvocato Aurora D’Agostino per le presunte percosse di cui Zanonato si sarebbe reso protagonista ai danni di Fabio Mercurio, giovedì sera, alla festa del Pd di Padova. Nella denuncia, il legale del ventisettenne attivista del centro sociale Pedro ripercorre il battibecco scoppiato tra i due, che a detta del ragazzo si sarebbe chiuso con una sberla («Non mi risulta si è difeso Zanonato – ma certo da come si comporta credo che non ne abbia prese dai suoi genitori quando era ora di imparare un po’ di educazione»): attorno alle dieci di sera, finito l’intervento di Renzi, Mercurio avrebbe attirato l’attenzione di Zanonato, accusandolo di essere stato lui nel 2007 a mandare la polizia armata di lacrimogeni «Cs» contro i manifestanti in via Anelli. Rispondendo all’accusa, si legge nella querela, il sindaco avrebbe detto: «Non sono il questore e comunque hanno fatto bene». «E allora sei proprio fascista», sarebbe sbottato il giovane, scatenando la reazione violenta del sindaco che lo avrebbe colpito. A sedare sul nascere la rissa, ci hanno poi pensato gli agenti in borghese della Digos ma la cosa, a quanto pare, non è finita lì: starà ora ai giudici stabilire se «una sberla e due buffetti» vi siano stati. E se integrino o meno il reato di aggressione.

Corriere del Veneto – 18 settembre 2012

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