Ettore Livini, Repubblica. Il boom di microcefalie in Brasile? La Zyka e la zanzara Aedes Aegypti — finora i sospetti numero uno — forse non c’entrano niente. Il colpevole, ha scritto un’Ong argentina scatenando una guerra scientifico-diplomatica tra Buenos Aires e Brasilia, «è il ministero della salute brasiliano».
Reo di utilizzare da metà 2014 un larvicida chimico della Sumitomo a base di piriproxifene per disinfettare i depositi di acqua potabile nelle zone dove sono nati più bambini con malformazioni craniche. «Non è una coincidenza », dicono gli esperti dei Medicos de pueblos fumigados: «Il piriproxifene è un veleno» e il Brasile per quieto vivere «dà la colpa alla Zika ignorando i possibili effetti del suo abuso».
Il governo di Dilma Rousseff ha rispedito le accuse al mittente: «Non esiste alcuno studio epidemiologico che provi i legami tra insetticida e malattia. Noi usiamo solo prodotti certificati dall’Organizzazione mondiale della sanità. E il piriproxifene lo è». Frasi che non sono bastate a tranquillizzare il Rio Grande do Sul — lo stato più meridionale del paese — che «in attesa di una presa di posizione ufficiale del ministero della sanità», ne ha sospeso l’uso in tutta la regione.
L’argomento, come ovvio, è delicatissimo. La Zika ha colpito in Brasile 1,6 milioni di persone e sono ben 4mila i casi di bambini microcefali sotto osservazione. L’Oms non ha mai certificato un collegamento tra l’infezione e i problemi dei neonati, pur definendolo «molto probabile». I medici argentini — più che portare prove scientifiche alle loro tesi — puntano il dito su alcuni “buchi” nella teoria che vuole l’Aedes Aegypti come unica responsabile. «Perché nelle epidemie prima del 2014 non si sono mai verificati casi di microcefalia, anche quando il 75% degli abitanti aveva contratto la Zika? Come mai in Colombia — dove ci sono 3.177 donne incinte infette — non sono stati segnalati casi di neonati malformati?». Domande cui politica e industria rispondono con le poche certezze oggi a disposizione: «La presenza del virus nel cervello dei bambini e nella placenta delle madri non lascia molti dubbi sulla correlazione con la malattia », sostiene il governo brasiliano. Per Sumitomo il piriproxifene — presente anche in molti prodotti anti-pulci per cani e gatti in Italia — è «sicuro ed efficace». Monsanto, accusata dall’Ong di controllare il gruppo giapponese, garantisce di non avere invece alcun legame.
I Medicos de pueblos fumigados tirano comunque dritto: la psicosi anti-Aedes Aegypti — scrivono — «è una manovra commerciale dell’industria chimica che ha messo i suoi uomini nei posti chiave dell’Oms e dei ministeri dell’America Latina ». Una prova in più? «Il Brasile ha messo in campo contro la Zika un esercito di zanzare geneticamente modificate. Un affare solo per chi le alleva, visto che non sono servite a niente». La comunità scientifica invita ad abbassare i toni. Un vaccino dovrebbe essere pronto entro 18 mesi. «Mettere in quarantena il piriproxifene — dicono i fan della chimica pulita — rischia di aggravare non solo l’epidemia di Zika, ma pure quella di Dengue e Chikungunya». Un rischio che il Brasile, specie nell’anno olimpico, non vuol proprio correre.
Repubblica – 17 febbraio 2016