Contratti di lavoro, 4 milioni in attesa di rinnovo. Tagliate le stime del pil, previsto calo del 2,2% nel 2012 e dell’1% nel 2013. Grilli: ma alla fine dell’anno prossimo torneremo a crescere
«Il rischio di una nuova rilevante contrazione dell’economia mondiale non può essere escluso». Lo scrive il capo economista dell’Ocse, Pier Carlo Padoan, nell’introduzione all’Economic outlook, citando «un significativo calo della fiducia» e «un contesto di deleveraging, consolidamento di bilancio simultaneo in molti Paesi». Inoltre, «la disoccupazione alta, e in alcuni Paesi ancora in aumento, deprime ulteriormente la fiducia e la spesa» per i consumi. Tagliate anche le stime di crescita dell’Italia, per cui l’Ocse paventa anche il rischio di una nuova manovra nel 2013.
Stime riviste al ribasso per il Pil dell’eurozona. Si prevede una contrazione dello 0,4% nel 2012 e dello 0,1% nel 2013, con un ritorno in positivo solo nel 2014 (+1,3%). Le stime precedenti, emesse a maggio, erano di -0,1% nel 2012 e +0,9% nel 2013. L’area euro, scrive ancora l’Ocse, «resta la principale minaccio per l’economia mondiale al momento, nonostante le recenti misure che hanno ridotto le pressioni a breve termine».
Giù anche le stime per il Pil italiano nel 2012 e 2013. La contrazione è stimata rispettivamente del 2,2% e dell’1%, contro il -1,7% e -0,4% nel maggio scorso. Questa «crescita debole metterà ulteriore pressione negativa su occupazione, salari e prezzi», spiega l’Ocse.
Grilli: ma nel secondo semestre 2013 torneremo a crescere. Per l’Italia «riteniamo che l’anno prossimo sia un anno di stabilizzazione e poi, con il secondo semestre, l’economia riprenderà a crescere», ha sostenuto il ministro dell’Economia Vittorio Grilli. «Questo non vuol dire che possiamo sederci – ha proseguito Grilli – e non fare nulla. Dobbiamo continuare a impegnarci in questo sentiero di riforma della nostra economia, senza la quale I risultati non possono essere raccolti».
Il rapporto debito/pil dell’Italia nel 2012 dovrebbe salire al 127% dal 119,8% del 2011. Nel 2013 dovrebbe raggiungere 129,6% per poi salire a 131,4% nel 2014, stima ancora l’Ocse.
Nonostante le riforme strutturali in Italia per il ritorno alla crescita e il risanamento dei conti pubblici «sono ben avviate» l’attività economica in Italia «dovrebbe continuare a contrarsi nel breve tempo» come conseguenza della stretta di bilancio, dell’indebolimento del clima di fiducia e della stretta creditizio, sostiene l’Ocse nel capitolo dedicato all’Italia dell’Economic Outlook pubblicato oggi e che stima un ritorno alla crescita «nel corso del 2013» se il Governo conseguirà gli obiettivi di bilancio per il 2013 e il 2014.
Rischio nuova manovra. Se le previsioni dell’Ocse sulla crescita dell’economia italiana, più pessimistiche di quelle del governo, dovessero realizzarsi, «un’ulteriore stretta di bilancio sarebbe necessaria nel 2014 per restare nel percorso di riduzione del debito previsto», scrive ancora l’organizzazione parigina nel suo Economic outlook riferendosi all’Italia, «che è entrata nella sua seconda recessione grave in tre anni».
Per l’Italia, «una rilevante fonte di incertezza» riguarda l’impegno del prossimo governo «a mantenere il percorso di consolidamento di bilancio e riforme strutturali favorevoli alla crescita», afferma ancora l’Ocse nel suo Economic Outlook. È importante capire, scrive l’Ocse, che «tornare indietro danneggerebbe sia la visione dei mercati sia la crescita».
Nell’attuale contesto di debolezza dell’economia mondiale, «un ulteriore deterioramento del mercato del lavoro nell’area Ocse è probabile». Nel dettaglio, prevede l’Ocse, la disoccupazione «continuerà ad aumentare» nell’eurozona (11,1% nel 2012, 11,9% nel 2013 e 12% nel 2014) mentre «diminuirà» negli Usa (8,1% nel 2012, 7,8% nel 2013 e 7,5% nel 2014). L’organizzazione parigina stima un tasso di disoccupazione nell’area all’8% nel 2012, 8,2% nel 2013 e di nuovo 8% nel 2014.
In uno scenario economico che «si è deteriorato di nuovo» e si attende una «crescita esitante e disomogenea» minacciata da rischi considerevoli, «l’azione politica può fare la differenza» per la ripresa, «non solo per evitare lo scenario peggiore, ma anche per far materializzare il migliore», dice il segretario generale Ocse Angel Gurria.
ilsole24ore.com – 27 novembre 2012