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L’Oie teme una diffusione della peste suina africana in Europa. Il direttore generale Vallat: per contenere la malattia necessario combinare misure diverse

Bernard Vallat, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità animale (OIE) “non è sicuro” che la peste suina africana (ASF) sia effettivamente sotto controllo in tutto il mondo, e ha espresso il timore che senza alcun trattamento e nessun vaccino, vi sia un “concreto rischio “che la malattia si diffonda dagli Stati baltici ad altri paesi europei”.

L’OIE teme una diffusione europea della peste suina africana Parlando a Global Meat News, il dottor Bernard Vallat ha detto che l’ASF è “molto difficile da controllare” e il fatto che le nazioni africane colpite da epidemie non avessero un budget per pagare un risarcimento per gli animali morti, ha comportato che molti casi non sono stati denunciati.

Un caso di ASF è stato recentemente confermato nello Zimbabwe: si tratta del primo focolaio nel Paese dal 1992. Il focolaio è stato individuato in maiali ruspanti presenti nei villaggi lungo il confine settentrionale con il Mozambico. Gli animali morti segnalati sono stati 50.

Nel distretto di Mount Darwin è stata imposta la quarantena ed è stata sospesa la movimentazione degli animali. L’OIE ha confermato che le carcasse vengono bruciate e sepolte, e nei villaggi colpiti verranno effettuate ispezioni settimanali. Questa epidemia è l’ultimo di un nuovo ciclo di notifiche di ASF in tutto il mondo, e altri nuovi casi sono stati confermati in Estonia e Russia.

Quest’anno, l’ASF è stata rilevata a Capo Verde, Ciad, Costa d’Avorio, Estonia, Lettonia, Lituania, Nigeria, Polonia, Russia, Ucraina e Zimbabwe. Le zone maggiormente colpite si trovano negli Stati baltici, dove ci sono le più grandi popolazioni di cinghiali. In Lettonia, il Paese con il maggior numero di segnalazioni, ci sono stati 414 casi, in Estonia 128, in Russia 110 e 104 in Lituania.

Il Dottor Vallat ha detto che la maggior parte dei casi dei paesi baltici si riferiscono a singoli rapporti che fanno riferimento a cinghiali trovati morti nei boschi, e non focolai che hanno interessato animali domestiche o commerciali. Ha accolto con favore il nuovo parere emesso a luglio dall’EFSA sulla prevenzione della diffusione della ASF nell’Unione europea nel quale l’Agenzia suggerisce che, se diverse misure specifiche applicate in modo isolato sono in gran parte inefficaci, una combinazione di diverse misure tra cui la caccia mirata, la rimozione delle carcasse e il divieto di alimentazione dei cinghiale sembra essere il modo migliore per procedere.

“Combinando queste tre azioni si raggiungerebbe una ridotta riproduzione dei cinghiali che aiuterebbe il contenimento della malattia” ha detto in una dichiarazione l’EFSA. Il dottor Vallat ha aggiunto che i singoli Stati europei devono lavorare a stretto contatto con i cacciatori per controllare le popolazioni di cinghiali nelle zone colpite. Ha però avvertito che un livello eccessivo di abbattimenti potrebbe essere controproducente, perché può causare la dispersione dei cinghiali che, viaggiando per molte miglia da un sito infetto, potrebbe diffondere il virus in nuove aree.

Ha inoltre descritto come “importante” il rischio del passaggio dell’ASF attraverso la Germania ma ha aggiunto che i piani in atto per controllare un focolaio nell’Europa occidentale, tra cui l’isolamento e la macellazione in ogni allevamento colpito, la cooperazione con i cacciatori, e il rispetto del divieto di somministrare rifiuti alimentari ha avuto il sostegno dell’OIE. La Russia ha duramente lottato per controllare il virus, ha poi detto Vallat, perché aveva numerose regioni che applicavano diverse politiche di contenimento.

“Non esiste una regia di comando” ha concluso Vallat. La Peste suina africana è una malattia altamente contagiosa dei suini, dei facoceri e dei cinghiali. Uccide gli animali entro 2-10 giorni dal momento in cui è contratta ed è caratterizzata da febbre alta, perdita di appetito, emorragie esterne e degli organi interni. Al momento non esiste cura o vaccino e può essere trasmessa attraverso le zecche. Questo significa che non è necessario che in una zona esistano solo suini o cinghiali affinché il virus possa sopravvivere.

Fonte Global Meat News (da Unaitalia) – 31 luglio 2015 

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