La Regione e l’agenzia della Tutela della salute di Brescia (ex Asl) dichiarano guerra al latte con aflatossine. Prevedendo un piano straordinario di 1370 controlli nella stalle bresciane (6mila in Lombardia). Ma anche un controllo settimanale in tutti i caseifici, che saranno sottoposti ad un’indagine random sulle pratiche di autocontrollo.
L’obiettivo? Evitare che non succeda più quanto emerso dall’indagine di Procura e Nas, dove sono state scoperte 300 analisi di latte «fuorilegge» non segnalate all’autorità giudiziaria, da parte di tre laboratori privati e dell’istituto zooprofilattico (il cui presidente Stefano Cinotti, per ora preferisce non rilasciare dichiarazioni). Maggiori garanzie per i consumatori, quindi.
Il piano straordinario approvato ieri in Regione, fa sapere in una nota l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, «è stato deciso visto il perdurare oltre le previsioni della problematica aflatossine nel latte». Piano che si svolgerà sotto lo stretto controllo dei veterinari Ats e che «coinvolge carabinieri dei Nas, operatori della filiera latte, associazioni degli allevatori, industrie di trasformazione, del settore dei mangimi e rappresentanti dei laboratori di analisi coinvolti nell’esecuzione delle prove in regime di autocontrollo». Per l’assessore Fava è prioritario «garantire nel minor tempo possibile la sicurezza del latte e dei formaggi prodotti in Lombardia. Per risolvere definitivamente un problema che si è già protratto troppo a causa del comportamento scorretto di pochi operatori economici, che hanno penalizzato la grande maggioranza della filiera, già pesantemente colpita da una crisi che affonda le proprie radici in altri contesti, ma che può contare su eccellenze le quali non devono passare in secondo piano».
Il direttore sanitario dell’Ats di Brescia, dottor Fabrizio Speziani, ricorda cosa dice la legge: gli operatori che trovano irregolarità nel latte sono tenuti a segnalarlo all’Agenzia della Tutela della Salute, «mettendo in atto misure correttive per la tutela dei consumatori, compresa l’eventuale eliminazione del prodotto». E ricorda l’intensificarsi dei controlli: dal primo gennaio ad oggi i suoi veterinari sono intervenuti su 98 segnalazioni in autocontrollo di superamento dei limiti per l’aflatossina M1 nel latte (71 le segnalazioni nel 2015). Sono loro che monitorano il cambio di mangime, dando il via libera alla commercializzazione del latte una volta tornato nei parametri.
E se da inizio anno sono già stati effettuati 46 campioni nelle stalle (in 4 casi l’aflatossina era oltre i limiti) dal 4 marzo sono finiti sotto la lente dei veterinari anche i caseifici: «la Regione ha disposto l’esecuzione di un sopralluogo settimanale presso gli stabilimenti di trattamento e trasformazione». Visto quanto emerso dall’inchiesta della Procura di Brescia, ci saranno indagini randomizzate «finalizzate alla verifica dell’attendibilità delle analisi condotte in autocontrollo dagli operatori del settore alimentare». Più prelievi, a rotazione, per verificare tutte le strutture presenti sul territorio che lavorano il latte proveniente dal territorio bresciano e del Nord Italia. A questi controlli si aggiungeranno «i campionamenti sul latte di massa di tutte le aziende agricole che producono latte crudo, per un totale di 1370 campioni sul solo territorio di Ats di Brescia». Speziani ricorda poi i «numerosi» sequestri sanitari di forme di grana e provolone effettuati insieme ai Nas di Brescia, dall’autunno 2015 ad oggi. Le forme sarebbero più di 4mila: «Al momento sono in atto indagini per una precisa quantificazione delle partite sequestrate, buona parte delle quali ancora in fase di ritiro da parte degli operatori del settore».
Sul caso interviene anche il direttore del consorzio Grana Padano, Stefano Berni, che fa i complimenti agli inquirenti: «Non ci risulta che Grana Padano prodotto con latte contaminato sia arrivato sulle tavole dei consumatori perché è stato bloccato in magazzino, per cui i consumatori possono stare assolutamente tranquilli. Il Consorzio è il primo ad essere danneggiato da pochi soggetti che avrebbero voluto fare i furbi. Nei loro confronti agiremo con rigore e fermezza». ( p.gor. )
IL Corriere di Brescia – 16 marzo 2016