The Pig Idea lanciata dalla Stepney City Farm contro gli sprechi alimentari trova consensi in chiave anti Bruxelles
LONDRA – Del maiale non si butta via nulla, dice l’antico adagio. E poi il maiale mangia tutto. O almeno mangiava, secondo un modello millenario che la restrittiva normativa europea in tema di rifiuti alimentari ha di fatto reso irrealizzabile, se non fuorilegge. Ma un gruppo di attivisti contro lo spreco di cibo lancia, da Londra, la sfida all’Unione europea.
DIETA A KM ZERO – Alla Stepney City Farm stanno nutrendo «all’antica» otto maialini: invece che soia importata dal Sud America, agli animali viene offerta una dieta a chilometro zero. Un ristorante regala quel che resta delle patate dopo averle sagomate a forma di cubo; un produttore di tofu organico manda l’okara, cioè la polpa della soia; dal caseificio arriva il siero, dal fruttivendolo le mele e dal pub (che ha un micro-birrificio annesso) il malto esausto. È tutto cibo che i maialini della Stepney City Farm mostrano di gradire molto, ma che in linea di principio (i fornitori coinvolti in quest’iniziativa hanno un’autorizzazione ad hoc) è bandito dai regolamenti comunitariche furono introdotti a partire dal 2001, al tempo del morbo della «mucca pazza». Ad animali destinati alla macellazione in Europa, infatti, non possono essere dati in pasto i cosiddetti «rifiuti del processo alimentare» quando c’è anche il minimo rischio che siano entrati in contatto con carne cruda. E così i rifiuti alimentari domestici (anche cotti), gli scarti di ristoranti, la frutta e la verdura che non sono conformi agli standard (perfino estetici) dei supermercati, gli scarti di lavorazione di industrie alimentari contribuiscono sempre più raramente alla dieta animale, ma finiscono per essere smaltiti, appunto, come rifiuti.
CONTRO GLI SPRECHI – L’idea, anzi «The Pig Idea» di Tristram Stuart, attivista inglese contro lo spreco alimentare, e della chef Thomasina Miers, è di mostrare che invertire questo trend è possibile. Anzi necessario: da quando nel 2001 è stato introdotto il bando, sostengono, è stata deforestata, nella foresta tropicale in Brasile, un’area pari alla terra necessaria a produrre soia per il mercato europeo. In una nazione dove perfino il primo ministro è euroscettico – David Cameron ha promesso un referendum sulla permanenza nell’Unione europea nel caso i conservatori vincano le prossime elezioni – ogni iniziativa contro lo «strapotere» di Bruxelles è destinata a raccogliere consensi. «The Pig Idea» non fa eccezione: a suo supporto si è pronunciato il fior fiore degli chef britannici. Da Yotam Ottolenghi a Hugh Fearnley-Whittingstall, da Giorgio Locatelli a Michel Roux Jr, tutti hanno aderito entusiasti a «The Pig Idea» e, a novembre, cucineranno nel corso di un evento pubblico a Trafalgar Square. Pork and ham pie, salsicce, arrosto con salsa alle mele… Il destino degli otto maiali sarà pure segnato, ma almeno avranno mangiato «all’antica», provando l’ebbrezza sapida del siero di formaggio invece che la piattezza dolciastra del mangime di soia
Corriere della Sera – 2 luglio 2013