Questa l’opinione di Federfauna dopo il caso del sequestro nel Veneziano. L’associazione accusa gli animalisti di “valutare” la competenza di un veterinario solo in base alla condivisione delle proprie testi
Gli animalisti non si fermano davanti a nulla! Lo hanno per l’ennesima volta dimostrato la scorsa settimana con l’occupazione e la devastazione non di un allevamento o di un negozio gestiti da privati, ma addirittura di locali dell’Universita’ di Milano, fatto che ha scatenato a livello mediatico internazionale pesanti critiche all’intero nostro sistema che ha consentito che tali fatti si verificassero.
Ma se i piu’, fortunatamente, hanno percepito la gravita’ di tali atti, troppo spesso non comprendono la gravita’ di altri fatti, divenuti ormai piuttosto frequenti e anch’essi legati all’ideologia animalista ed ai suoi esponenti.
Ne e’ un esempio il caso, denunciato a FederFauna da un commerciante a cui sono stati sequestrati dei cani nei giorni scorsi, di un Medico Veterinario ASL, Pubblico Ufficiale chiamato a periziare gli animali, poi “scartato” perche’ non d’accordo con le accuse poste a carico del commerciante dagli agenti che conducevano l’operazione, anch’essi Pubblici Ufficiali, ma non Veterinari. La denuncia, chiara e circostanziata, racconta che quando il Veterinario ASL ha affermato che “non vi era nulla di anomalo nello stato degli animali, ne’ dal punto di vista sanitario ne’ sotto il profilo della regolarita’ documentale, gli agenti abbiano ritenuto sorprendentemente “poco esaustivo” l’intervento del Medico Veterinario e di conseguenza contattato altri due Medici Veterinari (non Pubblici Ufficiali) che avallassero le ipotesi di irregolarita’, consentendo di fatto il sequestro dei cani”.
E questo e’ solo uno degli ormai numerosi fatti analoghi. Gia’ nel 2009 Paolo Selleri, Medico Veterinario allora Presidente della SIVAE, si chiedeva come fosse possibile che venisse convocato un diverso veterinario in ogni citta’ in cui faceva tappa un certo circo, finche’ non si incontrasse quello (“magari meno preparato e quindi piu’ vulnerabile”, scrisse Selleri) che accontentasse le richieste dell’associazione animalista di turno. Io stesso, denuncio’ “nominato ausiliario di polizia giudiziaria in quanto esperto autorevole per valutare le condizioni di detenzione del circo, ho dovuto spegnere il telefono per non ricevere consigli e pressioni”.
Pressioni che non riuscirono a condizionarlo, e cosi’ il professionista noto e stimato anche al di fuori dei confini italici, ne usci’ dipinto dagli animalisti (che hanno un grandissimo potere mediatico oltre che economico), unicamente come una persona “al servizio dei circensi aguzzini”.
E l’elenco potrebbe continuare, arricchendosi di querele, esposti, richieste di radiazione dall’Ordine, magari solo per aver espresso un’opinione legittima ma ritenuta contraria al regime ideologico o agli interessi degli animalisti. Per contro, chi avalli le loro tesi strampalate o consenta loro di operare indisturbati i loro business, diventa l’unico “veramente capace”: in una situazione in cui dieci Veterinari riscontrino una situazione di benessere animale ed uno solo riscontri una qualsivoglia forma di maltrattamento, riescono a far passare sui media che sia quell’uno l’unico veterinario competente, scavalcando e rendendo di fatto inutile la gradualita’ del giudizio che regola le istituzioni; il “Pubblico Ufficiale” diventa inutile e quindi potremmo farne a meno in un simile sistema, anche se in ogni altro ambito la sua parola per il Giudice ha un valore ben diverso da quella di chi Pubblico Ufficiale non e’. Insomma, per animalisti i Veterinari sono bravi e competenti solo se ubbidienti… E cio’ e’ molto grave, anche se meno visibile dell’occupazione di un’Universita’…
Federfauna – 2 maggio 2013