Pesa l’inchiesta in Piemonte sulle spese pazze regionali. Rapporto sugli ospedali: quasi 50mila interventi a rischio ogni anno. «Certo, io sono d’accordo con Renzi». Tra le proteste dei governatori e le accuse del premier sugli sprechi regionali, la ministra della Salute non ha dubbi con chi stare.
Anzi, quasi rincara la dose. «Se le regioni pensano di giocare un’operazione “do ut des”, hanno sbagliato porta. Se decidono di far saltare il Patto, se ne devono assumere la responsabilità. Il Patto serve ai cittadini, non al ministro». Poi la precisazione sui tagli che le regioni dicono che sarebbero costrette a fare sulla sanità in seguito alla stangata da 4 mld a loro carico: «Io credo che la sanità sia l’ultimo degli elementi in cui loro interverranno, soprattutto perché non possono farlo in modo diretto». Insomma: lotta agli sprechi e non ai servizi, conferma Lorenzin, appunto «d’accordo con Renzi».
Non a caso la ministra ne ha parlato ieri alla presentazione degli «esiti» di cura degli ospedali nel 2013: un rapporto che ha rivelato l’esistenza di quasi 50mila interventi a rischio per i pazienti, centinaia di reparti e interventi inutili e un forte gap soprattutto nel Sud (si veda articolo su www.ilsole24ore.com). «Le Regioni – ha detto Lorenzin – hanno l’obbligo di adeguarsi». La trattativa con le Regioni è destinata ad andare avanti a lungo, nel bel mezzo dei lavori alla Camera che non inzieranno davvero prima della prossima settimana, e sulla quale palazzo Chigi e via XX Settembre non vogliono dare alcun segnale di cedimento. E in questo clima, non aiuta di certo la posizione delle Regioni il riesplodere del fronte giudiziario sulle spese pazze in Piemonte.
Intanto i governatori cercano di mettere insieme una controproposta ancora tutta da limare. Con l’ipotesi finale di non dover incidere al massimo per più di 1 mld sulla sanità ma senza toccare il Fondo 2015, aggiungendo una complessa operazione di ristrutturazione del debito locale. E naturalmente accompagnando a queste misure i tagli più pesanti ai ministeri e all’apparato statale in genere. «Le regioni non rifiutano i tagli, ma stiamo lavorando affinché i risparmi non tocchino i servizi», ha rilanciato ieri Sergio Chiamparino. Aggiungendo che «al Governo abbiamo fatto delle controproposte, siamo in attesa di capire se hanno qualche possibilità di essere accettate». Questo anche perché secondo fonti regionali riportate dall’Ansa, l’effetto di riduzione dell’Irap farebbe appesantire i conti regionali di almeno altri 450 mln.
Il Sole 24 Ore – 21ottobre 2014