Breaking news

Sei in:

Intervista a Lorenzin: «Niente tagli alla sanità. Anzi servono più risorse. Pronta la road map della trattativa con i medici»

lorenzin11marzosMa non è che dopo la lettera di Bruxelles all’Italia e in vista dell’autunno, la sanità farà ancora una volta da bad bank dei risparmi della spesa pubblica? «La sanità ha già dato e sta dando parecchio. La spending review sta funzionando. Aggiungo come ministro della Salute che ci servono risorse per il personale e per la farmaceutica ospedaliera». Il giorno dopo la tregua siglata mercoledì a Palazzo Chigi con i medici, che hanno sospeso per 60 giorni, gli scioperi programmati, Beatrice Lorenzin mette le carte in tavola. Non vede tagli all’orizzonte, anzi. E traccia una road map dei tavoli con i sindacati. Ai medici garantisce, e chiede, «condivisione». Fa capire che potrebbero non esserci sanzioni per garantire l’appropriatezza delle prestazioni con quei tagli contestati a 203 interventi. E tende la mano: «La sanità cammina sulle gambe di chi ci lavora». Sarà una nuova stagione?

Ministro, con i medici è tregua. Soddisfatta?

Certo, mi fa davvero molto piacere. Le richieste e il ragionamento fatti dai sindacati sono condivisibili. Richiedono anzitutto un metodo. A partire dal fatto che la sanità è non solo al centro dell’agenda per il ministro della Salute, che è scontato. Ma lo è per tutto il Governo.

Vuol dire?

Che è decisiva la condivisione sui temi più sentiti e importanti nel prossimo periodo per garantire la sostenibilità del sistema sanitario, insieme a un corretto “funzionamento” delle professioni sanitarie. Non dimentichiamo mai che la sanità cammina sulle gambe di chi la porta avanti, di chi la sostiene.

Lei ha detto di essere in una posizione di “ascolto”: cosa vuol dire?

Vogliamo risolvere i temi in sospeso. Contratto e comparto dedicato, su cui la collega Madia ha dimostrato una grande apertura; l’accesso alla professione e la qualificazione professionale. Anche temi che mi sono da sempre a cuore, come i percorsi di valorizzazione del merito e delle competenze, al di là della solita carriera. Serve l’attenzione e la cura di tutti. Come per il blocco del turn over, il precariato, l’accesso alla professione. Non vogliamo lasciare niente di incompiuto. Forse non faremo tutto insieme, in alcuni casi ci vorrà più tempo. Ma l’importante, lo ripeto, è che ci sia un metodo di lavoro da seguire insieme con l’impegno e la consapevolezza comuni.

I dottori reclamano un ruolo centrale nel Ssn.

L’importante è che ci sia un premio per le competenze e che si affrontino le nuove sfide dei modelli organizzativi. I medici devono essere in prima linea nel dibattito e nelle decisioni.

Quando arrivano le nuove regole sull’appropriatezza delle prestazioni, con quei tagli a più di 200 interventi?

Arriveranno prestissimo. Ho incaricato gli uffici di correggere alcune cose che si sono dimostrate inefficaci e anche alcuni errori strutturali. Non c’è nessuna sanzione per i medici in questo momento. E io spero che comunque non ci sia bisogno di prevedere un meccanismo sanzionatorio. Ma un meccanismo nel quale i medici ci aiutino a camminare insieme per l’appropriatezza delle prestazioni.

Nelle trattative qualcosa si concede, ma anche qualcosa si chiede in cambio. Cosa chiede lei ai medici?

Che ci aiutino nella valorizzazione delle competenze e del merito. Che si assumano anche la responsabilità nei confronti di chi non applica le regole condivise insieme. Altrimenti non riusciremo mai a far funzionare questa macchina, che deve camminare insieme a loro. Senza sarebbe impossibile.

Per farcela servono però anche più fondi. Ci sono?

Io penso che le risorse ci siano. Soprattutto se l’andamento dell’economia continuerà a segnare “più” in previsione dei prossimi anni. Credo che da questo punto di vista possiamo lavorare con ottimismo.

Nessuna preoccupazione per la lettera e gli eventuali cartellini gialli di Bruxelles? La sanità non sarà chiamata ancora una volta a tagliare?

In questi anni abbiamo dovuto lavorare con le preoccupazioni che conosciamo, perché la situazione non era facile. Ma voglio essere ottimista, sono ottimista.

Insomma, niente sanità bancomat o bad bank dei risparmi?

La sanità ha già dato, e sta dando, parecchio in questi anni. Lavoriamo alla spending review, che sta producendo ottimi risultati, con l’obiettivo di reinvestire i risparmi. Detto questo, come ministro della Salute aggiungo che abbiamo necessità di risorse per il personale e per la spesa farmaceutica ospedaliera .

Roberto Turno – Il Sole 24 Ore – 11 marzo 2016 

site created by electrisheeps.com - web design & web marketing

Back to Top