“Servono le persone giuste al posto giusto”, per trasformare davvero la sanità italiana da costo a valore, anzi a “motore per la produzione di valore”. Con questa idea guida “ho proposto una norma, per ora nel ddl Madia, che prevede la riorganizzazione della scelta di direttori generali e primari ospedalieri in base alla preparazione e alle performance.
Una scelta per merito, che sia legata alla remunerazione. Vedremo se riusciremo a trovare un veicolo più veloce del ddl Madia”. Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a margine della presentazione della revisione dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) sulla qualità dell’assistenza sanitaria nel nostro Paese.
“Spero che la norma sia inserita in un decreto, ma per questo serve il consenso del Parlamento”, spiega. “Non credo – aggiunge Lorenzin – che qualcuno si opponga davvero a un sistema meritocratico per la nomina dei manager. Si tratta di una norma feroce, in effetti, perché se non funzioni te ne vai, ma è il mercato ad essere feroce”. Oggi abbiamo la prova che “si muore di più negli ospedali che spendono di più e male, mentre se queste stesse strutture vengono guidate dalle persone giuste le cose cambiano, e questo nell’arco di poco tempo”.
Il direttore generale della Programmazione Renato Botti ha il suo bel da fare: se con l’aggiornamento del Dpcm sui Livelli essenziali di assistenza, che presenteremo la prossima settimana, siamo ormai in dirittura d’arrivo, subito dopo sarà chiamato a revisionare i Drg per migliorare qualità, appropriatezza e valutazione dell’assistenza». Dalla ministra della ministra della Salute Beatrice Lorenzin oggi è arrivato più d’un annuncio, a margine della presentazione del report Ocse che fa il punto sul Servizio sanitario nazionale cui chiede di far rotta con decisione e uniformità verso il miglioramento della qualità.
Ma in generale è una Lorenzin a tutto tondo quella che parla con la stampa: sia dei temi affrontati dalla review dell’organizzazione internazionale sia sulle boutade dei giorni scorsi. A partire dal polverone sui “ticket” – «una bufala perché non c’è niente di nuovo rispetto al lavoro della commissione tra Regioni, Salute e Mef che sta cercando un’ipotesi sostenibile» – per arrivare alla “guerra del fumo” con il mondo dello spettacolo. «Che invito – ha colto la palla al balzo la ministra – a schierarsi dalla nostra parte nella battaglia contro un tabagismo che si presenta sempre più come un fenomeno di ritorno pure tra i giovanissimi».
Poi si passa alle questioni più tecniche: i nuovi Lea? Certamente. Del resto siamo fuori i tempi massimi previsti dal quel Patto per la salute che ha mirato a rinsaldare l’intesa con le Regioni e «a promuovere la qualità», appunto, come chiede l’Ocse. E a chi le chieda quanto quel Patto possa essere ancora considerato valido, visti i tagli arrivati con la legge di Stabilità, Lorenzin risponde che «il Patto è legge e in quanto tale va attuato, magari intensificando gli sforzi comuni ministero-Regioni per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati».
Infine, e certo non in ordine d’importanza, la prevenzione a partire dalle vaccinazioni: il ministero non esclude un prolungamento della campagna vaccinale, anche a partire dai dati dell’anno scorso che parlano di un bilancio di 8mila italiani deceduti.
Adnkronos – 16 gennaio 2015