Ciak, nuovo ospedale di Padova terza. Dopo il «no» all’area di Padova ovest deliberato il 5 agosto scorso dalla Regione e l’indicazione da parte della commissione tecnica di Padova est e della zona aeroporto Allegri quali soluzioni più adatte, ieri un vertice a Palazzo Balbi ha riavviato l’iter. La base di ripartenza, convenuta dal governatore Luca Zaia con il direttore generale dell’Istituto oncologico veneto Domenico Mantoan, il sindaco della città del Santo, Massimo Bitonci, il rettore dell’Università Rosario Rizzuto, il presidente della Provincia, Enoch Soranzo, e il dg dell’Azienda ospedaliera Claudio Dario, si articola in tre punti.
Il complesso dovrà sorgere a Padova est, che il Comune mette a disposizione parte in proprietà (280mila metri quadri) e parte in convenzione con i privati (150mila), per un totale di 430mila metri quadri, portabili a 470mila; l’Azienda ospedaliera, in qualità di stazione appaltante del progetto, risponderà alla sentenza formulata lo scorso maggio dal Tar, che pretende valide motivazioni a supporto del rifiuto di Padova ovest, opponendo i problemi idraulici riscontrati appunto dai tecnici nominati dagli enti coinvolti; infine si riprenderà il colloquio con «Finanza e Progetti», società autrice del project financing previsto a Padova ovest, per vedere se è riproponibile a Padova est. In tempi di tagli alla sanità è difficile che il governo conceda l’intero stanziamento di 634milioni di euro chiesto dalla Regione per una struttura da mille posti letto, meglio non escludere a priori l’apporto del privato. E poi usufruire di un progetto già esistente invece di ricominciare daccapo non solo stringe i tempi, cosa che preme a tutti, ma evita pure il contenzioso con «Finanza e Progetti» e relativo, salato, risarcimento a carico di Palazzo Balbi e Comune di Padova.
«Il ricorso allo strumento della finanza di progetto alla Regione è sempre sembrato essere lo strumento ideale», ha dichiarato l’avvocato Federico Sutti. «Il Comune di Padova ritiene opportuno che Finanza e Progetti sia coinvolta nell’intero procedimento — si è accodato Fulvio Lorigiola, legale di Palazzo Moroni —… solo così si può guadagnare notevole tempo». Ora dunque come si procede? «Diamo per assunto il fatto che la partita su Padova ovest è chiusa — ha rimarcato il governatore — siamo chiamati a formulare una nuova delibera». Focalizzata su Padova est, è l’accordo di massima, perché sulla zona aeroporto, sulla quale Soranzo ha comunque chiesto approfondimenti («é un sito totalmente pubblico, mentre Padova est ha una parte in convenzione»), Bitonci scandisce: «Non ci risulta disponibile, abbiamo fatto una verifica ed è di interesse strategico militare. Il Demanio l’ha indicata come non disponibile».
E così le parti hanno sottolineato la necessità, per arrivare «a un polo ospedaliero con campus universitario», di redigere un nuovo Accordo di programma, che superi quello già firmato nel luglio 2014. Intanto il 16 novembre Rizzuto porterà il piano d’azione al cda dell’Ateneo padovano: «Noi sulla scelta della sede abbiamo un ruolo subordinato, dobbiamo intervenire sui contenuti. Chiediamo se un polo della salute che ottemperi a ricerca, didattica e assistenza di alta qualità continui ad essere un obiettivo strategico. Se questa è la visione, il cronoprogramma diventa importante, bisogna che tutti insieme ci mettiamo a lavorare per una tempistica che non ripeta i sette anni». Un altro concetto ha tenuto a ribadire il rettore: «Partiamo dalla certezza della disponibilità dell’area: è stato detto 470mila metri quadri e su quello ragioniamo, non si torna indietro. Non è che si dice, ci siamo sbagliati, erano 250mila».
Prossimo incontro, a metà dicembre. «Facciamo in modo di chiudere velocemente, mettetevi tutti d’impegno — ha esortato Zaia — è interesse comune. Io farei il prossimo tavolo prima di Natale, verso il 10/15 dicembre. Il dottor Dario ci porterà una valutazione circa le due aree, Padova est e l’aeroporto, ma la prima viene dichiarata disponibile, mentre per l’altra il ministero della Difesa e tutti i carrozzoni romani immagino ci faranno perdere un sacco di tempo».
Michela Nicolussi Moro – Il Corriere del Veneto – 30 ottobre 2015