Forse l’attività di contrasto all’evasione non ha bisogno dell’abuso del diritto. Figura di scivolosa identificazione giuridica oltre che in punto di fatto. Almeno a questa considerazione spinge la lettura del bilancio della Procura di Milano, la più avanzata forse in termini di soluzioni di contrasto alla criminalità economica.
Scrivono i magistrati, dando conto dell’attività di un anno, che dall’amministrazione finanziaria si moltiplicano le denunce da parte del Fisco di dichiarazioni infedeli fondate sulla (presunta) illegittimità di operazioni societarie o negoziali finalizzate al risparmio d’imposta; aggiungono però anche che nella grande maggioranza dei casi la rilevanza penale semplicemente non esiste. E allora il Pm, mai smentito sinora dal Gip, chiede (e ottiene) l’archiviazione. Un fallimento dello Stato? Non parrebbe, se solo si presta attenzione ai dati sui reati tributari contestati dalla Procura. Che sono in crescita costante nel corso degli anni. A riprova che forse la strada dell’abuso del diritto può anche non essere la più idonea per inasprire la lotta all’evasione.
22.01.2013 Il Sole 24 Ore