La sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato la mancata indicizzazione delle pensioni sopra tre volte il minimo negli anni 2012-2013 è in vigore da oggi, essendo stata pubblicata ieri sulla «Gazzetta ufficiale». Ma il governo ieri non ha svelato come risolverà il rebus della restituzione delle somme e del ricalcolo degli assegni per i circa 5,5 milioni di pensionati interessati.
La soluzione è comunque data per imminente, tramite decreto legge, proprio per evitare che l’incertezza circa la stabilità dei conti pubblici italiani abbia un peso sui mercati e nel giudizio dell’Unione Europea atteso per mercoledì prossimo.
Se il governo attuerà la sentenza, i pensionati coinvolti non dovranno presentare alcuna domanda all’Inps e nemmeno fare ricorso. Saranno gli enti previdenziali a mettere in pratica le indicazioni che arriveranno dal governo sulle modalità di adeguamento: le pensioni ricalcolate potrebbero arrivare anche a fine giugno o luglio. Mentre, per quanto riguarda i rimborsi, se ne ipotizza la rateizzazione nel tempo.
Ieri è intervenuta ufficialmente la Consulta con una nota in cui ha chiarito che «le sentenze che dichiarano la illegittimità costituzionale di una norma di legge o di un atto avente forza di legge producono la cessazione di efficacia della norma stessa dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione». Gli interessati, ha aggiunto la Corte, «possono adottare le iniziative che reputano necessarie e gli organi politici, ove lo ritengano, possono adottare i provvedimenti del caso nelle forme costituzionali». Una precisazione che ha l’obiettivo di smentire le ricostruzioni che volevano la Corte decisa a imporre al governo la via per uscire dall’ impasse .
Tutto intorno a Palazzo Chigi, alle prese con una grana del tutto inattesa alla vigilia delle elezioni regionali, è scoppiata la contesa politica. A guidare la carica col consueto cipiglio, il leader della Lega, Matteo Salvini, che si è detto pronto «da martedì a occupare il Tesoro», contro uno Stato «ladro che ha derubato 5,5 milioni di persone», mentre per il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, la sentenza «va rispettata e vanno pagati tutti i pensionati». L’associazione Codacons ha minacciato una denuncia all’Inps.
Il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, ha ribadito che il rimborso a tutti sarebbe «una follia», proponendo «una soglia di 5 mila euro» per i rimborsi e di «giocare sul deficit» per reperire le risorse. In attesa da sette giorni della convocazione che ancora non arriva da parte del ministro del Welfare, Giuliano Poletti, i sindacati chiedono l’applicazione del volere della Corte: «La sentenza si applica, poi si può discutere del tema delle risorse» ha affermato il leader della Cgil, Susanna Camusso.
Antonella Baccaro – Il Corriere della Sera – 8 maggio 2015