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«Pochi professionisti dipendenti del Ssn nel Consiglio superiore di sanità»

Anaao: atteggiamento culturale anacronistico che marginalizza chi presta la propria attività come dipendente del Servizio sanitario nazionale

Su 50 componenti del nuovo Consiglio superiore di sanità i professionisti dipendenti del Ssn si contano al massimo su due mani. E’ il segnale, se ce ne fosse ancora bisogno, di un atteggiamento culturale che considera i medici dipendenti, che pure rappresentano l’ossatura del sistema sanitario italiano, figli di un dio minore destinati a ruoli marginali nei confronti del mondo accademico”. A esprimere perplessità sulla composizione del nuovo Css,insediato la scorsa settimana, è Costantino Troise, segretario nazionale Anaao Assomed.

“Forse il ministro Fazio – sottolinea in una nota Troise – si fa tradire dalle proprie origini, ma certo non rende un buon servizio alla sanità italiana se alimenta rendite di posizione ormai prive di riscontro nella realtà quotidiana ove l’attività professionale,formativa e di ricerca dei medici ospedalieri è parte rilevante”.

“Non vorremmo – conclude Troise – che dopo il pre-giudizio di un invecchiamento più lento, per cui i medici universitari vanno in pensione tre anni dopo i medici ospedalieri, prendesse corpo l’idea di una superiorità genetica che li farebbe preferire nelle funzioni di consulenza del ministero della Salute e nei ruoli di rappresentanza del mondo sanitario italiano”. (Adnkronos Salute 23 dicembre 2010)

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