Alle pareti, tinteggiate di bianco e verde, ci sono mucche, anatre, conigli, suini e un orologio con una scritta eloquente: «Friends not food». Sopra il bancone, come da McDonald’s, c’è l’insegna con le foto esplicative del menu. Ma, ovviamente, di carne non c’è traccia.
Si presenta così «Universo Vegano», il primo fast food «cruelty free» del Veneto, che ha aperto i battenti ieri pomeriggio in via Barbarigo a Padova, richiamando centinaia di persone (vegane e non). Si tratta del dodicesimo negozio in franchising aperto in meno di un anno dall’omonima azienda lombarda, che propone un menu composto da zuppe, biscotti, panini, polpette e kebab rigorosamente vegani, e cioè senza ingredienti di derivazione animali. La gestione del locale, che tra zona vendita e laboratorio misura circa 80 metri quadri, sarà affidata ad Anna Maria Lelli, socia Lav di Padova: con lei, tre dipendenti, ma non sono escluse altre assunzioni in corso d’opera.
Nelle prime settimane Universo Vegano sarà aperto tutti i giorni dalle 11 alle 23. E ieri, per l’inaugurazione, c’era anche Lucio Palumbo, lo chef che ha fondato il gruppo e coordina il laboratorio di Gallarate (Varese), dove i prodotti vengono confezionati e distribuiti in tutta Italia: «Sono in tanti a chiederci di aprire un punto vendita, e abbiamo dovuto dire tanti no – spiega Giovanni Frenda, direttore commerciale dell’azienda -. Quando ci hanno contattati da Padova, invece, abbiamo accettato subito perché è una città universitaria e ha un bacino d’utenza ideale: il nostro target sono soprattutto i giovani, e in particolare le ragazze. Ci rivolgiamo non solo a chi è già vegano, ma anche ai vegetariani e agli onnivori, che possono trovare sapori e gusti molti vicini a quelli della cucina tradizionale. Oltre ai panini abbiamo primi, secondi e caffetteria. E in futuro vorremmo aprire un minimarket».
Fra i primi clienti, pareri contrastanti: «Non siamo vegane, ma questo locale è una bella novità nel panorama culinario padovano, che propone sempre le stesse cose – affermano Giulia, 23 anni, e Paola, di 22 -. È anche un ottimo servizio per chi non mangia carne: l’ultima volta che siamo andate al ristorante, una nostra amica vegana ha dovuto aspettare due ore per avere una pasta al pomodoro». «A Padova mancava un posto come questo, c’è solo un ristorante vegano a Pontevigodarzere e un bar del centro che ha cominciato a fare panini vegani – commenta Irina, 21 anni, vegana da sette per motivi etici -. I prezzi sono troppo cari come in tutti i negozi di questo tipo, perché noi vegani siamo pochi e i commercianti ne approfittano: magari verrò ogni tanto, ma non è la soluzione ai miei problemi, e penso che continuerò a girare con il pranzo al sacco come faccio sempre». E il buffet non ha fatto cambiare idea ad Alessandro, «carnivoro» ventenne: «Sono venuto per curiosità, ma preferisco il kebab».
Alessandro Macciò – Corriere del Veneto – 6 marzo 2014