Il Veneto vuole smarcarsi dal blocco delle importazioni deciso da Vladimir Putin come ritorsione alle sanzioni inflitte dall’Europa per la guerra in Ucraina, e per farlo ha dato mandato al presidente Luca Zaia di trattare direttamente con Mosca. «L’embargo per le nostre imprese è una tragedia che potevamo tranquillamente evitare, perché la Russia rappresenta un mercato di eccezione, importante e ricco», ha spiegato il governatore, deciso a fare tutto il possibile per riaprire le esportazioni verso i mercati dell’ex Unione Sovietica.
Se il sottosegretario agli affari regionali Gianclaudio Bressa bolla la nuova crociata filo-russa come una «boiata propagandistica», il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon applaude invece al presidente: «Zaia ha ragione: l’embargo sta danneggiando le nostre aziende, dalla produzione alla vendita. Quindi ben venga la trattativa diretta, se può servire a sbloccare un situazione che sta mettendo ulteriormente in ginocchio i nostri settori».
Al Corriere del Veneto , l’ambasciatore ucraino a Roma spiega come trovare un equilibrio tra le esigenze del suo Paese e quelle degli imprenditori. «Il mio Paese può diventare un nuovo Mercato per le imprese venete, in grado di sopperire alle conseguenze dell’embargo», assicura Yevhen Perelygin.
Cosa pensa delle parole del governatore Zaia?
«Il giudizio sul suo intento nei confronti della Russia non spetta a me ma ai cittadini italiani, che dovranno valutare se è in linea con i principi politici e giuridici del vostro Paese. Mi limito a sottolineare quanto sarebbe apprezzabile il valore della solidarietà in questo momento».
A cosa si riferisce?
«Penso che nel mondo di oggi la solidarietà sia molto importante: dimostrarsi solidali nella lotta a un aggressore è funzionale alla costruzione di un’Europa più sicura. Non dimentichiamo che oggi la Russia è un aggressore che non vuole rispettare l’attuale ordine mondiale né il diritto internazionale. Per questo ritengo che le sanzioni nei confronti di Mosca, promosse da tutto il mondo democratico, debbano essere portate avanti: rappresentano uno strumento che può forzare la Russia al dialogo».
In tempi di crisi, quella tra la solidarietà per le sofferenze del popolo ucraino e la sopravvivenza della propria azienda può essere una scelta obbligata per un imprenditore…
«Capisco perfettamente che l’embargo ha influenzato l’attività delle imprese. Eppure, se non fermiamo in tempo l’aggressore, un domani tutto il business in Europa sarà costruito sottostando alle condizioni che imporrà la Russia: non sarà il mercato a fare i prezzi, ma la politica. In qualsiasi momento potranno essere interrotte le forniture di gas e lo strumento principale per concludere gli affari sarà la corruzione. Davvero i veneti sarebbero disposti a fare affari a queste condizioni? Non credo. Per questo dobbiamo fermare la Russia con tutti gli strumenti possibili: accordi, dialogo e… sanzioni».
Resta il problema del blocco alle esportazioni verso Mosca. Zaia ne fa una questione pratica…
«Il Veneto è una regione industriale molto importante per l’Ucraina: siamo interessati ad approfondire una cooperazione reciprocamente vantaggiosa. Sono sicuro che gli imprenditori veneti ci guadagneranno nello scoprire le opportunità del Mercato ucraino».
Sta offrendo alle imprese di sostituire il Mercato russo con quello ucraino?
«Il mio Paese è un’alternativa alla Russia per quanto riguarda l’esportazione di prodotti veneti, ma anche in vista di una cooperazione industriale e tecnologica: il nostro è un Mercato da 46 milioni di abitanti».
Qual è la sua proposta?
«Invito Zaia e una delegazione di imprenditori veneti in Ucraina. Se accetteranno, potranno aprire un nuovo Mercato ricco di opportunità e di buoni affari».
Corriere del Veneto – 8 ottobre 2014