Sospensione dell’attività con tanto di denuncia a otto persone, il titolare e altri sette lavoratori, e una multa salatissima. Questo il risultato di un blitz dei Carabinieri del Nas di Livorno in un impianto di macellazione in Lucchesia in collaborazione con l’unità Funzionale di sicurezza Sicurezza Alimentare e Nutrizione dell’Ausl 2 di Lucca.
I militari, a conclusione di una complessa indagine, hanno accertato gravi e ripetuti episodi di maltrattamento agli animali, bovini soprattutto. In particolare, si è scoperto che il titolare dell’impianto e sette addetti dello stesso utilizzavano indebitamente attrezzature come le “mordecchie” e dispositivi a scariche elettriche per immobilizzare e trascinare i bovini nelle trappole di contenzione.
Inoltre anziché effettuare un unico taglio all’altezza della gola al fine di ottenere il completo dissanguamento nella tecnica detta iugulazione, veniva eseguita la resezione delle vene giugulari, anche quando l’animale – sospeso ad un paranco – era ancora in vita.
I militari del Nucleo, coordinati dal Pm Antonio Mariotti della Procura della Repubblica di Lucca, hanno eseguito nell’impianto un decreto di perquisizione con contestuale sequestro della documentazione e delle attrezzature utilizzate, nonché il sequestro preventivo – disposto dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Pezzuti – delle attrezzature utilizzate. Inoltre, è stato notificato un provvedimento di sospensione dell’attività di macellazione, disposto dall’Azienda USL 2 di Lucca, a seguito dei reiterati illeciti amministrativi commessi nell’impianto.
“Il Comune di Porcari si costituisca parte civile contro i titolari del mattatoio lager di Porcari”. E’ quanto chiedono la Lav Lucca e Legambiente della Piana, dopo il blitz dei Nas nell’impianto di macellazione e le accuse di maltrattamenti ai bovini. “Fanno rabbrividire – si legge in una nota di Lav e Legambiente – le accuse al titolare e agli operatori del mattatoio di Porcari che è stato chiuso dai Nas. Vere e proprie torture, inaccettabili in un mondo civile. Grazie al lavoro svolto dai Nas di Livorno che indagavano da circa un anno in collaborazione con la Asl di Lucca è venuta alla luce questa tremenda realtà”.
“Possibile che al Comune di Porcari – prosegue la nota – nessuno sapesse niente su come si svolgevano le attività in quel luogo di sofferenze e di orrore? Possibile che ancora nel 2014, con le nuove leggi europee ed italiane che vietano chiaramente l’uso di strumenti di tortura, dobbiamo assistere a vicende di questo tipo? Non solo chiediamo che si vada fino in fondo e che si portino i responsabili in tribunale ma pensiamo che il Comune di Porcari si debba costituire parte civile nel processo contro il titolare e gli operatori ma soprattutto vogliamo che il mattatoio di Porcari, terribile luogo di dolore, non riapra mai più”.