Roberto Giovannini. L’Europa non boccerà la manovra contenuta nella Legge di Stabilità. Una splendida notizia per il governo che arriva da Bruxelles, con il messaggio riferito all’agenzia Ansa direttamente da una «fonte qualificata» della Commissione Europea.
Ma insieme a una bella notizia, ce n’è anche una negativa: la stessa fonte chiarisce che l’Europa non accetterà la cosiddetta «clausola migranti», ovvero uno spazio di flessibilità dei conti pubblici pari allo 0,2% del Pil teoricamente giustificabile con le maggiori spese che il nostro paese deve affrontare per fronteggiare l’emergenza degli sbarchi. In pratica, saltano circa 3 miliardi e mezzo della manovra: secondo quanto era stato detto dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti qualche giorno fa, senza «bonus migranti» dovrà essere rinviato al 2017 l’aumento della no tax area, la soglia sotto cui i pensionati non versano l’Irpef, l’unica misura della manovra (insieme al bonus povertà minorile) esplicitamente rivolta alle parti più deboli della società. Ovviamente, nel corso del dibattito parlamentare maggioranza e governo potranno scegliere se ripristinare l’intervento per i pensionati, e penalizzare un’altra diversa misura.
In ogni caso a Bruxelles dicono che c’è un «buon clima» nella Commissione, dopo una prima lettura della Legge di Stabilità inviata la scorsa settimana dall’Italia. Le fonti europee indicano che il nostro paese è «più solido» del 2014. e prevedono che in questa settimana «non ci sarà rinvio» al mittente della manovra, possibilità prevista dagli accordi europei per le leggi di bilancio giudicate in «grave violazione» delle regole del Patto di stabilità. Poi c’è un mese di tempo per emettere i giudizi. Passo chiave sarà la pubblicazione delle previsioni economiche, il 5 novembre, con le nuove stime di crescita. Sulla clausola migranti, però, si capisce che c’è poco da sperare: è «sbagliato», dicono in Commissione, chiedere una nuova flessibilità per spese aggiuntive che verrebbero comunque riconosciute come tali se adeguatamente provate. In teoria dovremmo costruire al volo i centri di accoglienza richiesti dalla Commissione; oppure accontentarci della flessibilità già ottenuta sui conti pubblici, e del sostanziale via libera all’eliminazione della Tasi, visto che la misura (che continua a non piacere all’Europa) comunque non «fa aumentare il rapporto deficit-pil in modo sostanzioso».
In ogni caso se tutto va liscio già oggi anche i cittadini finalmente potranno conoscere i testi veri e propri della legge di Stabilità. Lo ha annunciato ieri il premier Matteo Renzi al Presidente Sergio Mattarella nel corso di un incontro al Quirinale. Non è escluso che passando dalle slides agli articolati, emergano novità o aspetti nuovi del pacchetto dei provvedimenti. Corre voce di nuove sforbiciate ai fondi per i Caf e i patronati sindacali, e fa discutere la notizia dell’apertura di 22mila nuove sale giochi, slot e scommesse. Una eventualità che, a tarda serata, viene smentita da fonti di governo, che spiegano: le licenze in scadenza per una serie di giochi vengono messe a gara, invece di venire semplicemente prorogate, permettendo un incasso per lo Stato di 500 milioni di euro. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, difende ovviamente la «sua» manovra, che qualcuno a sinistra definisce «berlusconiana»: «Questa legge di Stabilità – dice – abbassa tutte le imposte: sulle famiglie, sulle imprese, sul lavoro». Matteo Renzi invece bombarda la minoranza del Pd: «C’è una parte del Pd che si oppone, direbbe Totò, “a prescindere”. Mi aspetto una dura opposizione persino sul colore delle cravatte». Al Tg5 il premier dice che «c’è chi passa il tempo a lamentarsi, ce ne faremo una ragione. Questa legge di Stabilità realizza battaglie storiche del Pd». E ne realizza anche qualcuna del centrodestra, però.
La Stampa – 20 ottobre 2015
L’Ue verso l’ok alla manovra ma il bonus migranti è in bilico. Padoan: con la legge di stabilità giù tutte le tasse, non solo sulla casa
Roberto Giovannini. L’Europa non boccerà la manovra contenuta nella Legge di Stabilità. Una splendida notizia per il governo che arriva da Bruxelles, con il messaggio riferito all’agenzia Ansa direttamente da una «fonte qualificata» della Commissione Europea. Ma insieme a una bella notizia, ce n’è anche una negativa: la stessa fonte chiarisce che l’Europa non accetterà la cosiddetta «clausola migranti», ovvero uno spazio di flessibilità dei conti pubblici pari allo 0,2% del Pil teoricamente giustificabile con le maggiori spese che il nostro paese deve affrontare per fronteggiare l’emergenza degli sbarchi. In pratica, saltano circa 3 miliardi e mezzo della manovra: secondo quanto era stato detto dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti qualche giorno fa, senza «bonus migranti» dovrà essere rinviato al 2017 l’aumento della no tax area, la soglia sotto cui i pensionati non versano l’Irpef, l’unica misura della manovra (insieme al bonus povertà minorile) esplicitamente rivolta alle parti più deboli della società. Ovviamente, nel corso del dibattito parlamentare maggioranza e governo potranno scegliere se ripristinare l’intervento per i pensionati, e penalizzare un’altra diversa misura.
In ogni caso a Bruxelles dicono che c’è un «buon clima» nella Commissione, dopo una prima lettura della Legge di Stabilità inviata la scorsa settimana dall’Italia. Le fonti europee indicano che il nostro paese è «più solido» del 2014. e prevedono che in questa settimana «non ci sarà rinvio» al mittente della manovra, possibilità prevista dagli accordi europei per le leggi di bilancio giudicate in «grave violazione» delle regole del Patto di stabilità. Poi c’è un mese di tempo per emettere i giudizi. Passo chiave sarà la pubblicazione delle previsioni economiche, il 5 novembre, con le nuove stime di crescita. Sulla clausola migranti, però, si capisce che c’è poco da sperare: è «sbagliato», dicono in Commissione, chiedere una nuova flessibilità per spese aggiuntive che verrebbero comunque riconosciute come tali se adeguatamente provate. In teoria dovremmo costruire al volo i centri di accoglienza richiesti dalla Commissione; oppure accontentarci della flessibilità già ottenuta sui conti pubblici, e del sostanziale via libera all’eliminazione della Tasi, visto che la misura (che continua a non piacere all’Europa) comunque non «fa aumentare il rapporto deficit-pil in modo sostanzioso».
In ogni caso se tutto va liscio già oggi anche i cittadini finalmente potranno conoscere i testi veri e propri della legge di Stabilità. Lo ha annunciato ieri il premier Matteo Renzi al Presidente Sergio Mattarella nel corso di un incontro al Quirinale. Non è escluso che passando dalle slides agli articolati, emergano novità o aspetti nuovi del pacchetto dei provvedimenti. Corre voce di nuove sforbiciate ai fondi per i Caf e i patronati sindacali, e fa discutere la notizia dell’apertura di 22mila nuove sale giochi, slot e scommesse. Una eventualità che, a tarda serata, viene smentita da fonti di governo, che spiegano: le licenze in scadenza per una serie di giochi vengono messe a gara, invece di venire semplicemente prorogate, permettendo un incasso per lo Stato di 500 milioni di euro. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, difende ovviamente la «sua» manovra, che qualcuno a sinistra definisce «berlusconiana»: «Questa legge di Stabilità – dice – abbassa tutte le imposte: sulle famiglie, sulle imprese, sul lavoro». Matteo Renzi invece bombarda la minoranza del Pd: «C’è una parte del Pd che si oppone, direbbe Totò, “a prescindere”. Mi aspetto una dura opposizione persino sul colore delle cravatte». Al Tg5 il premier dice che «c’è chi passa il tempo a lamentarsi, ce ne faremo una ragione. Questa legge di Stabilità realizza battaglie storiche del Pd». E ne realizza anche qualcuna del centrodestra, però.
La Stampa – 20 ottobre 2015