Ulss condannata, risarciti ¡ medici II giudice applica l’articolo 18: reintegrati in servizio 3 oculisti Erano sospesi dal servizio, ma avevano comunque effettuato interventi con il laser. Per questo l’Ulss 17 aveva licenziato tré oculisti in servizio all’ospedale di Monselice. I medici, però, hanno fatto causa e il giudice del lavoro ha dato loro ragione. L’intervento con il laser non è un’operazione chirurgica, dunque il loro licenziamento era illegittimo. I tré oculisti sono stati così riassunti in base all’articolo 18. Torneranno al lavoro nel nuovo ospedale di Schiavonia.
Licenziamenti illegittimi e reintegro in servizio in base all’articolo 18. Tre diverse sentenze dei giudici del lavoro hanno dato ragione agli oculisti in servizio all’ospedale di Monselice, lasciati a casa nell’aprile scorso dall’Ulss 17. L’azienda socio sanitaria della Bassa dovrà riaccoglierli al lavoro nel nuovo ospedale di Schiavonia riconoscendo a ciascuno dei tré professionisti un risarcimento pari all’ultima retribuzione, dalla data del licenziamento a quella dell’effettivo rientro in attività. La vicenda aveva destato non poco scalpore. A causa dei continui dissidi con il primario della clínica oculistica sui turni di reperibilità e sui carichi di lavoro, i tré pro fessionisti avevano presentato all’azienda sanitaria, quasi contemporaneamente, certificati medici attestanti un forte stato di stress e condizioni psicofisiche tali da non poter garantire l’incolumità dei pazienti in sala operatoria. I tre avevano quindi richiesto e ottenuto la sospensione dall’attività chirurgica senza peraltro interrompere quella ambulatoriale. Dopo aver concesso la sospensione l’Ulss 17 aveva avviato un’indagine interna, accertando che i tré oculisti avevano eseguito, proprio nel nosocomio di Monselice, e in orario di servizio, alcuni interventi con il laser. Per l’azienda socio sanitaria della Bassa si trattava di veri e propri interventi chirurgici. Di ben altro avviso i tre oculisti che hanno presentato altrettanti ricorsi d’urgenza al giudice del lavoro, con gli avvocati Maria Luisa Miazzi e Francesco Rossi. Hanno avuto ragione perché il licenziamento è stato ritenuto illegittimo. «Intimato – scrive il giudice Mauro Dallacasa – in difetto della contestazione di un fatto idoneo a giustificarlo». Il licenziamento sarebbe infatti scattato dopo la comunicazione con cui la direzione sanitaria chiedeva al direttore della Clínica l’esonero dall’attività chirurgica. Non solo. L’astensione riguardava i soli intreventi chirurgici. Da questa categoria sono escluse «tutte le procedure laser che non prevedono l’apertura del bulbo oculare».
Il Gazzettino – 19 novembre 2014