È servita ancora una lunga notte al tavolo delle trattative (la quinta) per far quadrare la «compensazione» dei sottosegretari e dei vice ministri. Già stamattina — tra la segreteria del Pd convocata alle 7.30 e la direzione del partito fissata per le 16 — l’agenda di Matteo Renzi potrebbe prevedere un consiglio dei ministri-lampo per la nomina dei probabili 45 sottosegretari. Gli ultimi nodi da sciogliere, tuttavia, potrebbero far slittare a domani la chiusura dell’operazione.
Europa, telecomunicazioni, editoria, fibrillazioni nella minoranza del Pd, donne del Ncd che sono poche rispetto agli uomini: sono questi i 5 nodi che hanno rallentato la corsa degli sherpa incaricati da Renzi (Lorenzo Guerini e Luca Lotti, sotto la supervisione del sottosegretario Graziano Delrio) per raggiungere la quadratura del cerchio. Per la delega agli Affari Europei, infatti, l’ex ministro Enzo Moavero Milanesi non sarebbe disponibile ad accettare l’incarico di «vice». Salgono dunque le quotazioni del prodiano Sandro Gozi e, in alternativa, quella di Mario Mauro (Popolari).
Il secondo nodo è quello delle Telecomunicazioni, delega pesante di solito collocata sotto il controllo dello Sviluppo Economico, che Renzi vorrebbe assegnare al giovane professore di Informatica Paolo Coppola. Il quale, oltre ad essere assessore del Pd all’Innovazione ed e-governemnt del Comune di Udine, è un esperto di Internet e agenda digitale: ieri sera non era ancora chiaro se la «delega digitale» comprenderà o meno anche le telecomunicazioni «tradizionali». Altro nodo delicato è quello dell’Editoria: l’esperto Giovanni Legnini(Pd) potrebbe mantenere la delega. Se, invece, dovesse cedere il posto (ad Antonello Giacomelli, franceschiniano) andrebbe in un ministero economico.
Otto poltrone da sottosegretario, sulle 22-25 riservate al Pd, spettano alla minoranza interna. La quota non è oggetto di contestazione ma i «cuperliani» hanno fatto sapere che i nomi di punta dell’area verranno utilizzati non tanto la seconda linea del governo quanto la segreteria del partito: due nomi per tutti, quelli di Stefano Fassina e di Davide Zoggia, che potrebbero aspirare a un ruolo in segreteria al posto di uno dei tanti renziani (per ora Boschi, Mogherini, Madia) chiamati al governo.
Ieri sera il Ncd di Alfano (9-10 richieste) ha eletto Gaetano Quagliariello coordinatore del partito (mentre Schifani farà le liste per le Europee e tratterà le alleanze) e ha fatto il punto sulle donne della squadra di governo: Barbara Saltamartini, Simona Vicari, Sabrina De Camillis mentre è stata messa in cantiere l’elezione a capogruppo della Camera dell’ex ministro Nunzia De Girolamo. Che sostituirebbe Enrico Costa destinato a fare il vice ministro della Giustizia affiancato da un sottosegretario del Pd (in lizza l’avvocato fiorentino David Ermini, renziano, ma anche l’ex responsabile giustizia del Pd, Danilo Leva). Ieri il ministro Andrea Orlando ha incontrato i magistrati Nicola Gratteri e Raffaele Cantone che potrebbero accettare un incarico di governo. All’Agricoltura è confermato come vice Giuseppe Castiglione (Ncd). L’ex ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge, contattata dagli sherpa di Renzi, ieri era alla Camera ha preferito svicolare: «Non chiedete a me…». Per l’Integrazione ci sarebbe anche il sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini. All’imprenditrice piacentina Paola De Micheli, vicina a Letta, potrebbe andare una delega economica. Ivan Scalfarotto (Pd) oltre alle Pari opportunità, potrebbe avere anche la Lotta alle tossicodipendenze e i Diritti.
Dino Martirano – Corriere della Sera – 27 febbraio 2014