E in Comune arrivano attestati di stima da altre regioni: «Quel provvedimento serve anche qui». «Non esistono mezze misure: non è ammissibile che un primo cittadino dica ai cittadini di sparare ai lupi, quel provvedimento va immediatamente bloccato. E visto che il sindaco di Verona non sembra avere la minima intenzione di ritirarlo, non resta che chiederne l’immediata sospensione agli unici giudici deputati a decidere in tal senso».
È con fermezza che Lorenzo Albi, presidente di Legambiente Verona, annuncia l’intenzione di coinvolgere il Tribunale amministrativo regionale nella bagarre che si è scatenata attorno all’ordinanza con cui, giovedì scorso, Flavio Tosi ha autorizzato a sparare ai lupi «per difendere la propria e altrui incolumità». Lo dice chiaro e tondo, Albi: «Quel provvedimento grida vendetta, non possiamo stare a guardare. In queste ore sto predisponendo una lettera che indirizzerò al ministero dell’Ambiente, al governatore Zaia e anche a Bruxelles per sollecitare un tavolo di confronto che delinei una linea comune da adottare in materia. Non è ammissibile che un sindaco abbia una simile discrezionalità e vada avanti per la proprio strada senza essere fermato». Ragion per cui, da parte di Legambiente, «l’intenzione è presentare quanto prima (la legge concede 60 giorni per impugnare un atto amministrativo davanti al Tar, 90 per rivolgersi al Capo dello Stato, ndr ) ricorso al Tar di Venezia con annessa richiesta di sospensione immediata del provvedimento. Proprio stasera – rivela Albi – (ieri, ndr ) ne parlerò con l’avvocato della nostra associazione».
E in attesa che, del sempre più infuocato caso-lupi, inizino a occuparsi i magistrati amministrativi, si appresta a entrare nel vivo l’indagine di cui due giorni fa il procuratore Mario Giulio Schinaia ha deciso l’apertura: un atto dovuto, quello dei pm scaligeri, visto che contro Tosi a sole 24 ore di distanza dall’entrata in vigore dell’ordinanza è stato depositato all’ex Mastino un esposto-denuncia a cura del comando regionale del Corpo dello Stato. «Abuso d’ufficio», al momento, l’ipotesi di reato attorno a cui si sta lavorando in procura, dove si valuta come prima mossa (il fascicolo è stato assegnato da Schinaia al pm Francesco Rombaldoni, che ieri comunque non aveva ancora ricevuto gli atti) il ricorso di una consulenza tecnica: obiettivo, valutare se l’editto del sindaco risulti in linea con la legge.
Intanto, nelle stesse ore in cui i magistrati tentano di vederci chiaro, a Palazzo Barbieri non mancano gli attestati di solidarietà e sostegno verso la tanto discussa ordinanza «41» sui lupi. Come quella di Mariano Allocco, segretario dell’associazione Alte Terre e già presidente della comunità montana Val Maira: «Ottima l’ordinanza per l’abbattimento. Serve anche qui e se me la manda la facciamo circolare ai sindaci delle valli del Piemonte. Le propongo di valutare l’opportunità di proporre un tavolo di crisi che coinvolga le regioni alpine». Altro plauso a Tosi da Plinio Pianta, presidente AmAMont (Amici degli Alpeggi e della Montagna) e membro del direttivo ATsenzaGP (Associazione per un territorio senza grandi predatori): «Abbiamo preso atto della Sua grande determinazione derivante dal Suo alto senso di responsabilità nei confronti di tutta la cittadinanza. Le manifestiamo tutta la nostra stima per questo Suo operato, malgrado le critiche tipiche delle associazioni animaliste estreme e irresponsabili e La ringraziamo per la Sua fermezza anche nel futuro». Riusciranno i giudici a mettere tutti d’accordo?.
Laura Tedesco – Il Corriere del Veneto – 1 ottobre 2014