Decretone alle ultime correzioni. In attesa del confronto con Regioni e Parlamento. Ma per Balduzzi i problemi iniziano ora
Revisione al ribasso del prezzo ma non esclusione dalla rimborsabilità dei farmaci non più «economici» per il Ssn. Aumento anche fino a 500mila euro della sanzione per chi viola le norme contro la pubblicità su giochi e scommesse e multe più severe a chi vende sigarette ai minori dal 1 gennaio 2013, non da subito. Nessuna esclusione tout court della colpa lieve per chi esercita professioni sanitarie, ma “invito” al giudice a tenere conto «in particolare» dell’osservanza nei singoli casi delle linee guida e delle buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica. È ancora a quota 15 articoli il decreto sanitario varato dal Governo una settimana fa, ma ancora non approdato sulla «Gazzetta». Il dibattito parlamentare si preannuncia tutt’altro che facile. E poi le regioni vogliono soldi. Le ultime modifiche sono in corso, anche se ormai all’ultimo round delle verifiche interministeriali.
E le novità continuano a non mancare, in attesa del confronto in Parlamento e con le Regioni.
Sui farmaci si prevede che con la revisione straordinaria del prontuario da parte dell’Aifa, entro giugno 2013, usciranno dalla rimborsabilità i prodotti «terapeuticamente superati» e quelli di efficacia non abbastanza dimostrata dopo l’immissione in commercio. Non escono più automaticamente i farmaci di «costo incongruo» per il Ssn. Per quelli «che non soddisfino il criterio di economicità» rispetto al «risultato terapeutico previsto», afferma il nuovo testo, saranno rinegoziati (al ribasso) i prezzi dall’Aifa, o usciranno dal prontuario a fine 2013. Altra modifica sui farmaci riguarda l’uso off label, che pure attenua la versione originaria duramente contestata dalle industrie, già alle prese con le novità della spending review sulla prescrizione per principio attivo che secondo i dati dell’ultimo mese avrebbe già provocato ai farmaci griffati un calo di fatturato del 10 per cento.
Ecco poi i capitoli “fumo e azzardo”. Il giro di vite sul fumo scatterà solo dal 1° gennaio 2013, con sanzioni per chi vende “bionde” e tabacco ai minori fino a mille euro, che potranno arrivare a 2mila con sospensione della licenza per tre mesi in caso di reiterazione della violazione. Mentre le sanzioni per la violazione dei divieti di pubblicità dei giochi con vincite in denaro salgono da un minimo di centomila fino a mezzo milione di euro.
Confermato il taglio delle distanze minime dai luoghi sensibili (scuole, oratori e strutture sanitarie) così come la pianificazione di 5mila controlli mirati ogni anno (Roberto Turno – Il Sole 24 Ore).
Confronto con le Regioni e dibattito parlamentare: un bel vespaio
Il decreto sanità sembra avviato al dibattito parlamentare che si preannuncia tutt’altro che facile. E poi le regioni vogliono soldi per mantenere in piedi la baracca, i soldi non ci sono, il problema allora è come far bastare i soldi cambiando la baracca. Il ministro Balduzzi non ha fatto in tempo ad incassare, sul suo controverso decreto, la benedizione davvero generosa di Monti, che immediatamente, a Reggio Emilia ha dichiarato di essere disposto a riscriverlo e a rinegoziarlo con le Regioni. Ma non si poteva fare prima? Dice…che ci ha provato inutilmente (“…è un mese che lavoriamo con le Regioni…”). In realtà il ministro sapeva che le Regioni quel decreto non lo hanno mai voluto e pur sapendolo ha inteso forzare.
Ora uscito il dentifricio dal tubetto vuole farlo rientrare rischiando di impiastricciarci tutti. Probabilmente così sarà.
Tattica davanti alla assemblea sul “diritto alla salute” di un partito al lui “vicino”? Non credo. Il professor Balduzzi penso che si stia rendendo conto di aver suscitato sul niente un bel vespaio e di trovarsi nel bel mezzo di interessi contrastanti, soprattutto quelli tra regioni e categorie professionali, da rischiare di restarci sotto. Per cui, per quanto a posteriori, trovo opportuna da parte sua un po’ di resipiscenza.
Ora, a me pare, che la preoccupazione principale del ministro, se il Presidente Napolitano autorizza, sia il passaggio parlamentare (“bisognerà aiutarsi perché temo che in Parlamento la battaglia non sarà facile”). Per risparmiarsi la figuraccia che Monti gli ha evitato, ora è disponibile a farsi bruciare dalle regioni per sopravvivere al vaglio parlamentare. Immagino abbia capito quello che Errani, nella discussione a Reggio Emilia, gli ha spiegato: le politiche unilaterali del governo in sanità non funzionano, come non conviene mai confondere concertazione e consociativismo e pur giunta contro le regioni. Ma Errani, lamentandosi dell’unilateralità, dimentica che il suo partito ha accettato senza condizioni lo spirito decisionista di Monti. Devo dire però che, Monti, con grande onestà, in un’intervista, ammette “l’angustia eccessiva” delle politiche dei suoi ministri, pur giustificandola con l’emergenza del paese. E’ un dettaglio che andrebbe colto.
Il professor Balduzzi dimentica inoltre che la potente medicina convenzionata con la quale ha voluto allearsi, si è dichiarata pronta ad uno sciopero ad oltranza contro le proposte delle regioni. Dimentica poi, come dice ancora Errani, che le regioni si ritrovano dal 2010 al 2014 con ben 21 mld di euro in meno e che non sanno dove sbattere la testa. Errani è un po’ tetragono ma i numeri li conosce bene. Quindi di quali rifinanziamenti stiamo parlando? Giurerei che Errani non crede a quello che ha detto il ministro, e cioè che l’assistenza territoriale possa rifinanziarsi con la spending review.
Anzi non mi meraviglia che si parli di un “Vasco furioso”, cioè di un Errani decisamente contrariato. Per cui faccia attenzione signor ministro a non diventare “Astolfo sulla luna”. Occhio a dove mette i piedi. Vi sono indicibili cose, che, come si dice a Roma, più si girano e più puzzano. Allora? O si tira dritti perché ormai è fatta subendo le modifiche in parlamento, ma per lo meno si cade eroicamente in battaglia, o si mette in piedi una “convenzione di punti di vista”, cioè si alza il livello della proposta con tutti i soggetti sociali, professionali e istituzionali.
Ma alzare l’asticella, per riprendere le parole del Ministro, significa saltare. Una “convenzione di punti di vista” non si fa sul niente. Le regioni vogliono soldi per mantenere in piedi la baracca, i soldi non ci sono, il problema allora è come far bastare i soldi cambiando la baracca. E’ questo che i medici temono perché “cambiare la baracca” per loro vuol dire sicuramente perdere delle garanzie. Resta il fatto che non si compensano 21 mld con dei giochetti sull’intramoenia e sulla assistenza territoriale.
Con 21 mld in meno la partita è destinata a diventare molto ma molto pesante. Le regioni inoltre, tagliate fuori dalle decisioni sulla sanità, guardano al prossimo Patto per la salute come all’occasione per rientrare in gioco pur sapendo, come ha dichiarato il “Vasco furioso”, che non ci sono le condizioni finanziarie per sottoscriverlo.
Ma questa volta, caro ministro, al tavolo del Patto non ci sarà nessuno a spalleggiarla…e lei andrà a mani vuote… Credo che le sia sfuggito il senso drammatico delle contro proposte delle regioni al suo decreto, che non era certo quello di rubarle la scena, ma quello di una pesante difficoltà legata ai tagli lineari. E’ stato un errore non cogliere questa difficoltà.
Ivan Cavicchi – Quotidiano Sanità – 11 settembre 2012