Hanno acquistato alcune pecore per macellarle in occasione nella festività musulmana del Sacrificio di Abramo che ricorreva lunedì scorso. Ricevute rassicurazioni sulla fattibilità della macellazione alcune famiglie di religione musulmana, una quindicina di persone tra cui alcuni anziani, l’altro ieri mattina si sono riunite a Cavanella Po iniziando ad uccidere le pecore da poco comprate.
Un fatto che ha destato allarme tra la popolazione tanto che sul posto è intervenuta in prima battuta la polizia provinciale assieme a personale dell’Usl 19 che hanno richiesto il rinforzo da parte dei carabinieri della locale Compagnia di Adria.
I militari hanno appurato che si trattava di una festa privata con barbecue e che le famiglie avevano comperato le pecore da un pastore che, dando loro un consiglio sbagliato o forse in mala fede, aveva detto loro che avrebbero potuto utilizzare l’area. Nessun reato penale, ma i partecipanti sono stati multati per macellazione senza permesso.
Nessun problema di ordine pubblico e nessun fatto di rilievo penale, avvertono i carabinieri. Ma quello che è accaduto lunedì nella frazione adriese, dove un gran numero di fedeli islamici, una quarantina di persone, famiglie con donne e bambini, sono accorsi per acquistare pecore e montoni da un pastore del luogo e hanno dovuto fare i conti con regole che a loro apparivano quasi vessatorie, non è stato un fatto di poca rilevanza.
Alcuni, infatti erano arrivati anche da molto lontano, desiderosi di tornare a casa con un ovino da uccidere e poi cucinare per una grande festa tradizionale che si conclude con una cena di carne. In quattro hanno addirittura iniziato la macellazione sul posto, facendo scattare l’intervento della polizia provinciale e degli ispettori veterinari dell’Ulss 19.
Sono dovuti intervenire anche i carabinieri della Compagnia di Adria, perché si era creata tensione, con qualcuno che ha anche provato nella confusione generale a fuggire in auto con una bestia appena acquistata, ma tutto si è risolto senza conseguenze, se non qualche multa, il sequestro di alcuni capi e qualche mugugno da parte di chi non capiva bene quale fosse il problema. Quanto avvenuto lunedì pomeriggio mette tutti di fronte ad una questione che non può essere ne nascosta sotto il tappeto. Il 12 settembre, infatti, in tutto il mondo i musulmani hanno festeggiato l’Eid al-Adha, la cosiddetta «festa del sacrificio», che affonda le radici nella vicenda biblica di Abramo, chiamato da Dio alla prova suprema della sua fede, quella del sacrificio dell’amato figlio Isacco, salvo poi fermarlo all’ultimo istante, facendogli trovare un montone impigliato nei rovi.
Le comunità islamiche celebrano questo avvenimento con la seconda festa più importante per la loro religione dopo quella della fine del Ramadan. E lo fanno attraverso un’uccisione rituale. Un problema, però, indubbiamente questa festa la pone, considerando le regole italiane sulla macellazione e sul trasporto di animali vivi. Spesso accade che il tutto avvenga in modo quasi clandestino, magari con una macellazione alla chetichella nel giardino di casa. O, addirittura all’intemo dell’abitazione, come lamenta un abitante di via Mandracchio ad Adria.
14 settembre 2016