Domani sarà in visita a Verona il ministro Marianna Madia, per illustrare i contenuti della riforma della pubblica amministrazione. « Siamo lontani dall’immagine urlata di Renato Brunetta, abbiamo voluto fare intendere come questa sia una riforma per il paese, per dare certezze di regole e di tempi», dice Madia.
Ministro Madia, finora, però, ha catturato l’attenzione la norma che licenzia i dipendenti pubblici fannulloni.
«Chiamiamoli servitori infedeli dello Stato. Il punto è: se sbagli, soprattutto se truffi, devi essere sanzionato. Non era così prima, le norme erano discrezionali, i procedimenti disciplinari troppo burocratici e farraginosi, non sempre arrivano alla fine. Noi non introduciamo tanto nuove fattispecie di sanzioni o licenziamento, ma semplifichiamo l’iter ».
Certezza della pena per chi sbaglia?
«Si sanziona chi fa male, ma allo stesso tempo va valorizzata la maggioranza dei dipendenti pubblici che fa bene».
E come si sanziona chi fa male?
«In molti modi. A partire dalla riforma della dirigenza, che approveremo a breve e introduce la carriera per merito. L’avanzamento non sarà più automatico o legato all’anzianità come accade oggi, ma i nuovi incarichi saranno legati a come si è valutati negli incarichi precedenti, ci potranno essere sali e scendi».
Riduzione delle partecipate: sono legittimi i timori dei Comuni sul taglio?
«I Comuni non dovrebbero avere assolutamente timore. Gli enti territoriali avrebbero potuto agire anche prima della nostra legge, noi non facciamo altro che introdurre criteri più semplici per razionalizzare le partecipazioni».
Questione trasparenza: come si concilia con enti pubblici che però operano in concorrenza sul mercato, come la fiera di Verona?
«Siamo pronti a recepire migliorie del testo, a patto che non ne stravolga l’impianto. Ma sulla trasparenza questo governo sta puntando moltissimo, è il vero contrasto a quella zona grigia tra lo spreco e l’illecito. Una vera trasparenza fa più di un commissario alla spending review».
Vediamo ogni giorno come diverse strutture dello Stato, ad esempio prefetti e enti locali sul tema dell’immigrazione, si rimpallino responsabilità.
«Oggi i rimpalli di responsabilità avvengono anche tra stessi livelli di governo. Emblematico è il funzionamento della conferenza dei servizi , dove si vedono spesso pubbliche amministrazioni bloccarsi a vicenda. Noi, con la riforma della conferenza dei servizi, la scia unica, l’intervento sull’autotutela, gli uffici territoriali del govenro, vogliamo dare unitarietà all’amministrazione, costringerla a assumersi le sue responsabilità e non accusarsi più a vicenda».
La pubblica amministrazione riprenderà ad assumere?
«Stiamo finendo di ricollocare i dipendenti delle Province, dopo ci sarà lo sblocco delle assunzioni. Detto questo, nei decreti attuativi rivoluzioneremo il meccanismo di reclutamento: non è giusto che le singole amministrazioni, sulla base di piante organiche vetuste che non hanno più alcun senso, bandiscano concorsi, facciano graduatorie infinite, assumano persone senza logica. Il reclutamento sarà unitario, con concorsi regolari sulle base delle reali esigenze».
Da queste parti, molti pensano che la pubblica amministrazione sia sinonimo di spreco, se non peggio. Che risposte darà la riforma?
«Non diamo più alibi. Ma con la consapevolezza che la vita quotidiana dei cittadini va avanti proprio grazie alla pubblica amministrazione, grazie ai lavoratori onesti e competenti».
Il Corriere del Veneto – 28 febbraio 2016