La riforma delle Province? Se non procede spedita, con tutto quel che ne consegue per i dipendenti costretti a vivere nel limbo, la colpa è del Veneto. A dirlo, dopo l’approvazione della riforma della pubblica amministrazione, è stato ieri il ministro Marianna Madia: «Nell’ultima seduta della conferenza unificata Stato-Regioni non è stata raggiunta l’intesa sul decreto per la mobilità del personale.
Il mancato accordo con le Regioni, dovuto all’opposizione, unica, del Veneto, sta rallentando il processo ma il governo procederà comunque, anche senza intesa». Dopo quella (durissima) sui migranti, quella sulla sanità (che ci è costata la leadership degli assessori di reparto), quella sulla scuola e le mille di fronte alla Corte costituzionale, va dunque in scena l’ennesima lite tra la Regione e l’esecutivo Renzi. «Io difendo i veneti» dice il governatore Luca Zaia ma è innegabile che lo scontro si sia ormai innalzato a livelli senza precedenti, e il Veneto corra il rischio di un penalizzante isolamento. Tant’è, il decreto messo a punto da Madia, duramente contestato anche dai sindacati, riordina i dipendenti dichiarati in esubero dopo la trasformazione degli «enti di mezzo» in aree vaste (in base alla riforma Delrio) e dà indicazioni anche per quel che riguarda la polizia provinciale (una parte sarà assorbita dalle varie municipali) e per i dipendenti della Croce Rossa. Per chi è in distacco presso un altro ufficio, il problema non dovrebbe porsi: sostanzialmente resterà lì. Gli addetti agli albi dell’autotrasporto verranno spostati nelle sedi periferiche del ministero dei Trasporti, mentre la maggior parte dei soprannumerari dovrebbe finire in Regione, per continuare ad occuparsi delle funzione svolte finora, solo con un cambio sede. Un’altra quota verrà distribuita tra gli enti locali, sanità compresa. Il resto, ma si tratta di numeri minori, verrà assorbito nell’amministrazione centrale, con priorità riconosciuta al ministero della Giustizia, vista la carenza di personale in cancellerie e altri uffici giudiziari. I tempi? Una volta superata l’empasse in Conferenza unificata e pubblicato il decreto, le domande di mobilità e le liste dei posti disponibili in tutte le amministrazioni saranno messi online sul portale mobilita.gov.it. Priorità sarà data alla vicinanza territoriale, a chi usufruisce della legge 104 o chi ha figli sotto i tre anni.
(ma.bo.) Corriere del Veneto – 6 agosto 2015