«È evidente che il blocco dei contratti non può essere la normalità». Lo ha detto il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, prendendo la parola al forum Pa subito dopo la contestazione di una trentina di lavoratori dell’Usb. «Auspichiamo di riaprire il prima possibile una normale contrattazione», ha detto il ministro aggiungendo che l’obiettivo è quello «di riaprire, anche nella prossima legge di stabilità, una dialettica normale sui contratti pubblici».
Non ci sono lavoratori di serie A e di serie B
Per Madia «non ci sono lavoratori di serie A e di serie B: il bonus di 80 euro per i redditi più bassi lo abbiamo dato a tutti. Al nostro insediamento, abbiamo trovato un Paese distrutto dalla crisi economica, è il Paese che abbiamo ereditato. Abbiamo voluto investire per uscire dall’austerità, abbiamo deciso di cambiare via per uscire dalla crisi, e oggi scommettiamo sulle parole “crescita” e “riforme”. Noi siamo il governo che, ve lo garantisco, riporterà l’Italia ai livelli giusti, auspico che dalla prossima legge di stabilità si possa riprendere il dialogo sui contratti pubblici».
Un Pinocchio di legno al ministro
Nel corso dell’incontro con il suo omologo francese Thierry Mandon all’inaugurazione del Forum Pa a Roma, il ministro per la Pubblica amministrazione e la semplificazione Marianna Madia, è stata contestata da alcuni manifestanti della Usb, Unione Sindacati di base, che sono saliti sul palco urlando, “Contratto”, “Fuori i privati dalla Pa”, portando un Pinocchio in legno al ministro. I lavoratori dell’Usb hanno definito «bugiarda» la Madia per le dichiarazioni rilasciate proprio un anno fa al Forum Pa: «Siamo venuti a consegnare Pinocchio al ministro Madia perché l’anno scorso la Madia ci ha detto che non c’era il blocco dei contratti nel Def e invece c’è stato». Alle accuse di essere una “bugiarda” il ministro Madia ha risposto: «L’anno scorso non ho detto una bugia ma ho affermato che la legge di stabilità avrebbe deciso. Confermo anche quest’anno che non è il Def che blocca o sblocca i contratti, ma si decide collegialmente in sede di legge di stabilità».
Il Sole 24 Ore – 26 maggio 2015