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Mancata proroga del piano faunistico: Veneto, doppiette “libere”

La mancata proroga del piano faunistisco consentirà di cacciare anche in oasi e riserve. Per sette giorni sarà il caos. La deregulation. Un’assenza di norme che favorirà situazioni paradossali: l’esercizio dell’attività venatoria, ad esempio, nelle oasi.

Cacciatori che andranno a sparare dove non potrebbero per il semplice fatto che tutto il “sistema” della caccia in Veneto – dagli ambiti territoriali alle oasi – non sarà più attivo. In Regione stanno cercando di correre ai ripari: la Lega Nord ha chiesto al presidente dell’assemblea legislativa Clodovaldo Ruffato la convocazione urgente del consiglio entro martedì, in giunta stanno già pensando di preparare un decreto da sottoporre alla firma del governatore Luca Zaia.

     La causa del caos risale a mercoledì sera, quando l’aula di Palazzo Ferro Fini deve votare la proroga di un anno del piano faunistico venatorio, in scadenza il prossimo 31 gennaio. Cioè martedì. Moreno Teso (Pdl), non condividendo l’impostazione della delibera dell’assessore alla Caccia Daniele Stival (Lega), annuncia voto contrario. L’opposizione chiede di rimandare il provvedimento in commissione e su questa proposta si va al voto. Ma la maggioranza Lega-Pdl non ha i numeri per garantire la quota “legale”, molti erano già andati via e così la seduta salta senza approvare la proroga del piano faunistico. Farlo la prossima volta? Certo, solo che il consiglio regionale non si riunirà prima del 7 febbraio e anche volendo farne uno prima, bisogna convocare la conferenza dei capigruppo, che però prima del 1° febbraio non è in scaletta. Morale: il 31 gennaio scade il piano faunistico e se la proroga verrà votata quando il consiglio tornerà a riunirsi il 7 febbraio ci sarà una “vacatio legis” di una settimana. Un periodo limitato, certo, in cui però non “esisteranno” più gli Atc (Ambiti territoriali di caccia), i consigli direttivi, ecc. Una situazione che si era già presentata in passato (dal 2003 ad oggi ci sono state almeno 6 proroghe dei piani faunistici), solo che stavolta c’è una singolare particolarità: si può cacciare fino al 9 febbraio. Il calendario venatorio, infatti, non decade se decade il piano faunistico, segue la sua strada. Se il calendario fosse stato uguale a quello degli anni passati, non sarebbe successo nulla: si spara fino al 31 gennaio, poi basta. Quest’anno, invece, si può sparare al colombaccio e ad altri esemplari di corvidi fino al 9 febbraio. Ma decadendo il sistema della caccia, causa mancata proroga del piano, può succedere di tutto, anche di trovare le doppiette nelle oasi.

     «Tutta colpa di Moreno Teso, è sua la responsabilità di questa deregulation», denuncia il capogruppo della Lega, Federico Caner. Che accusa gli alleati del Pdl: «È stato un grave incidente politico, adesso si convochi subito un consiglio entro il 31 gennaio per prorogare il piano». L’assessore Stival rincara: «Quello che è grave è che in aula, l’altra sera, mancava una parte del Pdl, cioè l’ala ex An. Stanno giocando sulla pelle dei cacciatori per attaccare noi della Lega che gestiamo la caccia».

     Altro che doppiette, sono mitragliate tra alleati. E non solo. L’associazione venatoria Acv-Confavi di Maria Cristina Caretta se la prende con Stival: «Si sapeva dal gennaio del 2007 che la scadenza dell’attuale Piano faunistico venatorio regionale era fissata al 31 gennaio 2012, eppure le autocelebrazioni dell’assessore regionale alla caccia sembrano essere servite solo a fare solo un po’ di propaganda a spese della collettività».

Gazzettino – 29 gennaio 2012

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