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Manifesti contro Berlato, l’eurodeputato cacciatore. Dagli animalisti un messaggio ad Arcore: vuole i nostri voti? Prenda impegni precisi

«Sergio Berlato cacciatore candidato alle Europee 2014». Più cinque foto di altrettanti animali uccisi, che ruotano attorno a uno scatto che ritrae Silvio Berlusconi mentre stringe la mano a Sergio Berlato, eurodeputato pdl uscente e forse rientrante. Il simboletto di Forza Italia che diventa un funereo «Fossa Italia». E una scritta rosso sangue in mezzo. «Forza Italia vergogna».

Arcore s’è risvegliata così, ieri mattina. Con queste locandine disseminate ovunque. Un’azione con cui l’associazione Centopercentoanimalisti — che ha combattuto molte battaglie insieme a Michela Vittoria Brambilla, a cui adesso chiede un intervento netto — ha protestato con Berlusconi per la ricandidatura del vicentino Berlato, indomito cacciatore da sempre vicino alle associazioni del mondo venatorio. Se il Cavaliere che ha riscoperto la fede animalista «vuole i nostri voti», allora — è il messaggio — «prenda impegni precisi per vietare caccia e pesca». E, ovviamente, eviti di candidare Berlato.

Già, Berlato. Ex An, da sempre vicino a Gianni Alemanno, l’eurodeputato ha fatto della caccia quasi una professione di fede. Che fosse pronto a tirare di sciabola contro gli animalisti lo dimostrò anni fa. Quando, per protestare contro alcuni interventi anti-caccia dell’allora ministro Brambilla, chiese a Berlusconi «un intervento diretto (…) al fine di indurre il ministro ad astenersi da esternazioni riguardanti materie estranee al suo dicastero». Per farla stare zitta, insomma.

A zittire i finiani dell’allora fondazione FareFuturo, che nel 2010 chiesero al Pdl di non «dipingersi come il partito delle doppiette» ed elogiarono l’operato di ministri come Brambilla o Prestigiacomo, ci pensò lui stesso. «Siete quattro femminucce nominate al governo senza il voto degli elettori». Molti più di quattro, però, furono i cittadini che alla fine del 2011 scoprirono di essere iscritti a loro insaputa al Pdl di Vicenza. In compagnia, tra l’altro, di qualche defunto. Per quelle firme false in calce a tessere fasulle Berlato è finito sotto indagine con Maria Cristina Carretta, presidente dell’associazione cacciatori veneti. «Gli animalisti italiani assumono posizioni talmente integraliste da spaventare le persone normali. (…). Non possono imporre agli altri il loro stile di vita», dice Berlato in un’intervista sul suo canale Youtube. Una posizione «laica» che non sembra collimare molto con la lettera che lui stesso ha spedito un mese e mezzo fa ai vertici Rai. Chiedeva di impedire che «il sedicente artista» Rufus Wainwright, accusato di blasfemia, si esibisse sul palco di Sanremo. Inascoltato.

Tommaso Labate – Corriere della Sera – 1 aprile 2014 

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