
Manovra: 10 miliardi agli aiuti, 4 alla sanità, 6 a scuola e Università. Tensione sul bilancio. Decontribuzione totale per i neoassunti under 35, 400 milioni ai contratti della Pa
E con il passare dei giorni, ritmati dai numeri in rapida crescita dei contagi, la fisionomia della legge di bilancio assomiglia sempre più ai tre decreti che fra marzo, maggio e agosto hanno mosso 100 miliardi di indebitamento netto per contrastare l’emergenza.
Anche la legge di bilancio dovrà dedicare gran parte delle proprie forze al sostegno congiunturale dell’economia, riservando alle misure che saranno poi finanziate con il Next Generation Eu la gran parte degli interventi da mettere in campo per provare un rimbalzo più strutturale.
Del primo gruppo farà parte un nuovo «fondo ristori» da 4 miliardi, anticipato dal Sole 24 Ore di ieri e confermato nelle scorse ore dalla viceministra all’Economia Laura Castelli, che ha parlato di «un fondo cospicuo per tutelare i settori produttivi». In prima fila ci saranno nuovamente alberghi e ristorazione, e più in generale le componenti della filiera del turismo e del tempo libero che ancora una volta rischiano di pagare un prezzo salato alla necessità di contenere la diffusione del virus. Altri 3,8 miliardi aggiuntivi saranno destinati alla sanità tra conferme delle assunzioni (1,4 miliardi), contratto di medici e infermieri (1 miliardo), un fondo vaccini Covid da 400 milioni e un miliardo in più per il fondo sanitario. Un sostegno da 6,1 miliardi andrà a scuola e università: di questi fondi, 1,2 miliardi serviranno alle nuove assunzioni di 25mila insegnanti di sostegno, 3,9 andranno all’edilizia scolastica e universitaria, e altrettanti all’università. I fondi per i contratti del pubblico impiego si completano con nuovi 400 milioni. Il rifinanziamento della Cassa integrazione muoverà circa 5 miliardi: 1,5 arriveranno dalla riprogrammazione per decreto legge delle risorse non spese fin qui, mentre altri 3,5 miliardi saranno aggiuntivi. E si accompagnerà con l’estensione generalizzata al 31 dicembre del blocco dei licenziamenti. Ricco il capitolo imprese che, oltre ai fondi Ue per Transizione 4.0 vedrà l’estensione della moratoria sui mutui e dei sostegni alla ricapitalizzazione, oltre a un rafforzamento di Garanzia Italia della Sace. Sulla Cig sono poi possibili possibili ulteriori rimodulazioni, assicurate ieri dal ministro dell’Economia Gualtieri ai sindacati, a seconda di come andrà l’economia nei primi mesi dell’anno prossimo. Quando si svilupperà il confronto sulla riforma fiscale che parte da una dote di partenza da 8 miliardi.
Nella stessa riunione il titolare dei conti ha spiegato che il rilancio strutturale sarà affidato prima di tutto al «quasi raddoppio degli investimenti pubblici», che dovrebbero toccare nei prossimi anni il 4% del Pil contro il 2,3% del 2019 e che rappresentano una «sfida difficilissima» da mettere in pratica nel passaggio dagli stanziamenti alle realizzazioni effettive. A spingerli sarà prima di tutto il Recovery Plan, su cui il governo sta provando a stringere in queste ore intorno a uno schema articolato su 20 gruppi di progetti da mandare a Bruxelles per avviare il confronto informale con la Commissione. Sempre da Next Generation Eu dovranno arrivare i fondi per gli altri interventi di ripresa più importanti almeno sul piano dei valori in gioco: Transizione 4.0 per incentivare fiscalmente gli investimenti innovativi per le imprese, la replica degli sconti contributivi del 30% per le imprese e la conferma del Superbonus. Da lì dovrebbe anche arrivare l’aiuto determinante per realizzare il «piano Amaldi», che chiede di aumentare di 1,5 miliardi dal prossimo anno i fondi per la ricerca e che Gualtieri ha detto ieri di accogliere.