Le novità. Sarà mantenuta al 4 per cento l’imposta a carico delle cooperative sociali Iva, nessun incremento per l’aliquota intermedia del 10%. Irpef aumento in vista per le detrazioni «familiari»
ROMA. Inizia a prendere forma la legge di stabilità che uscirà dal Parlamento e che di certo sarà piuttosto diversa da quella approvata dal governo: si profila un aumento dell’Iva che però escluderebbe l’aliquota intermedia del 10 per cento, ed un intervento di detassazione basato sull’incremento delle detrazioni per lavoro e per carichi familiari, e sulla riduzione dell’Irap per le imprese. Il percorso sembra abbastanza delineato ma sia dalla maggioranza che dal governo si sottolinea che le prossime ora saranno decisive per consolidare queste indicazioni; soprattutto devono ancora essere fatti i conteggi precisi sull’impatto finanziario delle singole misure dato il vincolo dei saldi invariati.
Irpef. L’operazione messa a punto dal governo, riduzione di un punto delle prime due aliquote dell’Irpef e contemporanea stretta (con effetto retroattivo) su deduzioni e detrazioni pare ormai destinata ad essere smantellata.
Franchigie e tetto sulle agevolazioni risultavano indigesti in particolare alle famiglie, a prescindere dalla loro applicazione all’anno di imposta 2012; il taglio delle aliquote è invece stato criticato in quanto misura che avrebbe premiato allo stesso modo – ma in piccola misura – redditi bassi e alti lasciando però scoperti quelli bassissimi degli incapienti.
Cuneo fiscale. Un intervento più selettivo dovrebbe avere come beneficiario il mondo del lavoro, dipendenti e imprese. L’obiettivo sarebbe centrato con un incremento delle attuali detrazioni per lavoro dipendente (applicate ai redditi fino a 55 mila euro) e di quelle per carichi familiari. Resta da capire se il beneficio per i dipendenti potrà essere esteso a pensionati e lavoratori autonomi. Per le imprese l’alleggerimento arriverebbe dall’Irap, in particolare con sgravi finalizzati alla nuova occupazione. Le risorse complessivamente disponibili si aggirano sui 2-2,5 miliardi. Iva. Incrementare di un punto la sola aliquota del 21 per cento, salvando quella del10, eviterebbe di toccare alcuni prodotti alimentari, medicinali e altri generi considerati di prima necessità, accanto a quelli che godono dell’aliquota super-agevolata del 4 per cento. Questa mossa costerebbe a regime circa 2,3 miliardi l’anno, rispetto al quadro finanziario attuale.
Altre modifiche. Ci sono alcune richieste ampiamente condivise: il mantenimento al 4 per cento dell’aliquota Iva per le cooperative sociali (sulla quale però c’è una procedura europea in corso) o il rifinanziamento del Fondo per la non autosufficienza.
Il Messaggero – 30 ottobre 2012