Breaking news

Sei in:

Marche: terzo decesso per listeriosi umana, ma il focolaio si esaurisce. Ritirato da tempo l’alimento contaminato: un salume confezionato ad Ancona venduto dalla grande distribuzione

Una donna di 52 anni è morta nelle Marche a causa dei postumi di una listeriosi che l’aveva colpita nei primi giorni del febbraio 2016. Lo rende noto la Regione. La paziente era affetta da altre gravi patologie sin dall’inizio della malattia, che si è presentata come “meningite con stato di coma”. Si tratta del terzo decesso nella Regione per listeriosi umana a partire dal maggio 2015.

Focolaio quasi estinto

Nelle Marche ci sono stati recentemente anche persone colpite dal batterio, Listeria monocytogenes, poi guarite. Pur non potendo considerare il focolaio ancora concluso, in quanto sono in corso di ultimazione le indagini di laboratorio ed epidemiologiche, la situazione può essere interpretata come una tendenza all’estinzione dell’episodio, essendo trascorsi più di 90 giorni dall’ultimo nuovo caso.

Sotto la lente un salume già ritirato

Il 2 febbraio 2016, le indagini epidemiologiche e le attività di campionamento di alimenti condotte dai Servizi dei Dipartimenti di prevenzione Asur hanno consentito di identificare lo stesso ceppo in un campione di alimento a base di carne suina (“coppa di testa”) prodotto da un piccolo stabilimento della provincia di Ancona: il Salumificio Monsano srl (CE IT 1523L). Con il supporto anche delle strutture dell’Istituto Superiore Sanità del Ministero della Salute e il coordinamento del Gores (Gruppo operativo regionale per le emergenze sanitarie) sono state intraprese tutte le iniziative necessarie per contrastare la diffusione dell’infezione: informazione della popolazione, blocco delle attività di produzione e commercializzazione, ritiro dal commercio dei prodotti alimentari a rischio.

L’infezione rara ma pericolosa

La listeriosi è un’infezione generalmente dovuta all’ingestione di cibo contaminato: negli ultimi anni le “epidemie” sono state più frequenti soprattutto nei cibi pronti distribuiti dalle grandi catene di ristorazione e vendita. Gli alimenti principalmente associati all’infezione da listeriosi comprendono: pesce, carne e verdure crude, latte non pastorizzato e latticini come formaggi molli e burro, cibi trasformati e preparati (pronti all’uso) inclusi hot dog, carni fredde tipiche delle gastronomie, insalate preconfezionate, panini, pesce affumicato.

Categorie a rischio

Categorie più a rischio sono le donne in gravidanza per le quali le infezioni contratte possono comportare serie conseguenze sul feto (morte fetale, aborto, parto prematuro, o listeriosi congenita) e gli adulti immuno-depressi (come la 52enne morta) e anziani. La listeriosi può causare meningiti, encefaliti, gravi setticemie. Queste manifestazioni cliniche sono trattabili con antibiotici, ma la prognosi nei casi più gravi è spesso infausta. L’incubazione media è di 3 settimane (ma può prolungarsi fino a 70 giorni).

Corriere.it –  9 giugno 2016 

site created by electrisheeps.com - web design & web marketing

Back to Top