Alte fiammate rosse e colonne di fumo nero pece, così intense da essere visibili dalle isole più lontane della laguna e dalla riviera del Brenta. L’altro ieri, domenica, alle 13.03, è scattato l’allarme agli impianti di Porto Marghera di Versalis, società del gruppo Eni: uno scambiatore ha avuto un guasto, quattro forni si sono bloccati ed è stato necessario bruciare in torcia l’etilene e il propilene in eccesso.
Le quantità erano notevoli e per questo le fiammate sono state più intense di quanto avviene di solito. Subito però è scattato il panico tra i residenti, preoccupati che fosse in corso un incidente pericoloso e i centralini di Vigili del fuoco, protezione civile e polizia municipale sono stati presi d’assalto dalle telefonate. A quell’ora infatti, in internet, nessuno trovava informazioni. Solo più tardi, alle 15.30, sul sito del Comune è comparsa una nota: «Torce attive alla Versalis di Porto Marghera, nessun pericolo per la popolazione».
L’impianto del cracking (in chimica è un processo attraverso il quale si ottengono idrocarburi paraffinici leggeri) di Versalis era fermo e nelle procedure di riavvio c’è stato appunto un guasto, subito è scattato l’allarme, sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco del petrolchimico e le procedure di intervento, definite da un Piano redatto dalla Prefettura con tutti i soggetti coinvolti a Marghera, sono state avviate. «Tutto è stato sempre sotto controllo – dice l’assessore all’Ambiente Massimiliano De Martin, che ieri è andato a verificare di persona la situazione a Versalis -. Se l’amministrazione non ha ritenuto di dare ulteriori informazioni era perché non c’erano pericoli». Alle 19 l’allarme è rientrato e la notizia è comparsa sul sito del Comune. I cittadini dell’area metropolitana di Venezia avrebbero però voluto che le informazioni fossero più rapide e capillari magari con l’invio di sms agli iscritti ai servizi di allerta comunali. A creare preoccupazione alle 15.46 di domenica, il comunicato dell’Usl 12 a firma del direttore generale Giuseppe Dal Ben: «Trattandosi di sostanze non tossiche ma irritanti consigliamo di tenere le finestre chiuse fino a sera – si leggeva-, abbiamo allertato gli ospedali di Mestre, Dolo e Mirano affinché siano preparati ad accogliere chi avesse bisogno di controlli».
La nota è stata pubblicata anche sul Facebooki. «L’Usl smentisce il Comune, cos’è davvero successo? Cosa stiamo respirando?», si domandavano molti veneziani in rete. «Rassereno tutti i cittadini, non c’è stato alcun pericolo – aggiunge De Martin -, la liturgia della comunicazione è stata irrituale da parte di un ente della catena di intervento». I comunicati poco tempestivi e non in sintonia tra di loro hanno immediatamente scatenato polemiche. Filcem Cgil, durante l’evento, ha tuonato: «Servono controlli accurati e manutenzioni, le condizioni del cracking di Versalis sono precarie». La società però si difende: «Dal 2015 al 2017 gli investimenti arrivano a 80 milioni di euro, segno dell’importanza per l’azienda del sito di Marghera». Gianfranco Bettin, presidente della Municipalità di Marghera, ha criticato invece «i messaggi contraddittori sull’emergenza». «È mancata una regia forte – dice -, se è vero che la Regione si è occupata del problema, abbiamo testato che non è in grado di gestire questioni di cui non sa nulla». Immediata la replica dell’assessore regionale all’Ambiente Giampaolo Bottacin. «Chi chiama in causa presunte responsabilità della Regione dimostra di ignorare le procedure – spiega -, il compito di intervento al petrolchimico spetta al ministero degli Interni, tramite i Vigili del fuoco, la qualità dell’aria di Marghera è nell’insieme buona». Chiedono chiarimenti su quanto avvenuto il consigliere regionale del Pd Andrea Zanoni e la collega Monica Sambo, consigliere comunale che ieri ha presentato un’interrogazione al sindaco Luigi Brugnaro. E oggi infine arriveranno i risultati degli esami di Arpav sulle emissioni.
Il Corriere del Veneto – 9 agosto 2016