Alla fine sono state le volpi. O, comunque, dei loro parenti alla lontana. I colpevoli della mattanza all’oasi Sos Natura di Spinea sono stati smascherati e, contrariamente a quanto si pensava, sono quadrupedi quanto le loro vittime. Il referto dell’istituto zooprofilattico di Legnaro sui corpi straziati, arrivato ieri, parla chiaro: tutte le lesioni sono compatibili esclusivamente con dei morsi di un canide di piccola taglia.
Un cane o, più probabilmente, una volpe. I fori dei canini sono ben in evidenza, a 4 centimetri di distanza l’uno dall’altro. La firma di un animale selvatico, come il fatto che una delle piccole carcasse fosse stata sventrata sul posto e letteralmente divorata. Le volpi, come spiegano gli esperti del settore, in questo periodo addestrano i cuccioli alla caccia, quindi non uccidono necessariamente per nutrirsi, ma anche per insegnare (e imparare) a procurarsi da vivere. Sul posto, inoltre, i veterinari e lo stesso gestore, Enrico Piva, avevano trovato degli escrementi diversi da quelli prodotti solitamente da conigli e porcellini d’india. Dalle analisi è risultato che potessero essere, appunto, di una volpe.
I veterinari sui corpi non hanno trovato ferite di arma da taglio, di bastone o da schiacciamento, come aveva dichiarato Piva nei giorni scorsi. Insomma, stando alla perizia, non si sarebbe trattato né di una scorribanda di vandali, né una minaccia dei bracconieri o di qualche altra associazione naturalista, ma semplicemente una battuta di caccia di un branco di predatori. Intanto, l’oasi Sos Natura, da ieri è stata chiusa per opera degli stessi volontari. In primis, per trovare un nuovo luogo sicuro per gli animali sopravvissuti. I carabinieri di Spinea, comunque, sentiranno di nuovo Piva, che aveva sempre parlato di atti intimidatori e che si era detto deciso a trovare i veri responsabili. Nel frattempo, potrebbe dover rispondere della situazione del rifugio: secondo i carabinieri, infatti, la zona dell’oasi presenterebbe diverse irregolarità e abusi. Tesi confermata dall’assessore all’ambiente Stefania Busatta: «A Spinea – dice – non esiste alcun centro recupero fauna autorizzato». Piva, ieri, è stato colpito da un malore, forse causato dallo stress, e ricoverato in ospedale a Mirano. Gli animalisti, intanto, gridano al complotto: sui social network sono in pochi ad aver creduto al referto dell’istituto zooprofilattico, dopo che il massacro di Spinea aveva visto schierarsi a favore dell’associazione di Piva anche il governatore Luca Zaia e i comici Natalino Balasso ed Enzo Salvi. Non tutti, però. La Lav di Venezia ha preso le distanze specificando che «Se in effetti si tratta di un atto di predazione, il vero colpevole è il gestore del rifugio non l’animale che ha ucciso».
Davide Tamiello – Il Corriere del Veneto – 26 maggio 2016