La catena di fast food prova a invertire un trend calante innovando l’offerta negli Usa. Sulle vendite pesano gli scandali della carne in Asia e le campagne per un’alimentazione più sana. Non si sa ancora se cambierà la politica di prezzo, ma gli analisti sono scettici: “Manca innovazione”
McDonald’s si mette a dieta: taglia i menu per provare a risollevare le vendite(afp)MILANO – Menù più semplici per rilanciare le vendite. McDonald’s lancia ‘The Experience of the Future’, l’esperienza del futuro, per tornare a conquistare i consumatori americani. Nel menù semplificato spariranno alcuni prodotti: il Big Mac è salvo, ma diverse salse e alcuni panini andranno in pensione. “Vogliamo ridurre i tempi di attesa e rispondere alle esigenze dei consumatori” afferma Mike Andres, responsabile di McDonald’s per gli Stati Uniti. “Vogliamo rendere i nostri ristoranti un posto dove i clienti arrivano e velocemente decidono quello che vogliono” mette in evidenza Andres, precisando che la “complessità dei menù” rende ora la scelta difficile.
“L’80% delle nostre vendite arriva da un piccolo gruppo di prodotti”, sui quali – aggiunge Andres – McDonald’s vuole concertarsi. Non è chiaro se la nuova politica si tradurrà in un aumento dei prezzi. Le vendite di McDonald’s sono in calo: in novembre sono scese del 2,2% a livello globale e del 4,6% negli Stati Uniti. A pesare anche le campagne per un’alimentazione sana e lo scandalo della carne in Asia, ma anche la crescente concorrenza. Il piano partirà nel 2015. E non convince gli analisti. “La strategia di breve termine non è chiara” affermano gli analisti di Bank of America, sottolineando che il problema di McDonald’s è l'”assenza di innovazione”.
Il momento critico per Mcdonald’s, come accennato, è emerso a pieno a novembre, quando ha registrato un calo delle vendite più ampio delle stime in tutte le sue divisioni, segno che il colosso americano del fast food continua a fare fatica a stare al passo con la concorrenza.
A livello globale, le vendite (al netto dei ristoranti aperti recentemente) sono scese del 2,2% contro attese per un declino dell’1,7%. A ottobre la flessione, pari allo 0,5%, era risultata migliore del consensus. A livello geografico, negli Usa il dato è calato del 4,6% il mese scorso, decisamente peggio del -1,9% previsto dal mercato: si è trattato del maggiore calo in oltre 10 anni. Nella regione Asia/Pacifico, Medio Oriente e Africa le vendite hanno visto un -4% contro un consensus per un -3,8% ma meglio del -4,2% registrato a ottobre, quando si erano fatti sentire gli effetti di uno scandalo legato a un fornitore asiatico che aveva commercializzato carni scadute.
In Europa, dove risultati “molto deboli” in russia sono stati controbilanciati da quelli solidi nel Regno Unito, la flessione è stata del 2%. Gli analisti si aspettavano un -1,9%.
Repubblica – 15 dicembre 2014