Franco Pepe. Una specie di Stati generali della sanità vicentina. C’erano tutte le componenti del pianeta salute ieri mattina nell’assemblea intersindacale convocata nell’ex scuola-convitto del San Bortolo: sigle mediche, Anaao, Aaroi, Cimo; gli infermieri del Nursind; operatori del comparto; poi Obiettivo Ippocrate, l’associazione nata sul fronte dell’impegno per la tutela professionale e che martedì prossimo verrà ricevuta a palazzo Madama dalla commissione sanità del Senato; poi ancora la Fimmg con il segretario provinciale Silvio Regis; il presidente dell’ordine dei medici Michele Valente; e, per un intervento a metà di una maratona durata 5 ore, anche il direttore generale Giovanni Pavesi.
Si è iniziato con una sala semivuota, solo una settantina di medici (dei circa 800 che lavorano nell’Ulss) e si è chiuso con un tutto esaurito. Un inno generale all’unione che fa la forza e che, in questa contingenza, ha compattato le varie anime della sanità berica, anche se non sono mancate le sfumature di grigio e le voci di dissenso di chi non si è trovato d’accordo sulla decisione romana di sospendere lo sciopero nazionale che si sarebbe dovuto tenere ieri e oggi.
Sul tappeto criticità, preoccupazioni, paure di retrocessione dell’ospedale, già esternate da molti dei protagonisti di ieri a palazzo Trissino nella riunione di martedì con la quinta commissione guidata da Raffaele Colombara.
E da qui è partito il cahier de doléances di Annalisa Zanon (Anaao): «Finalmente si è mosso anche il Comune. Sono stati sorpresi e colpiti. Noi ci battiamo per la nostra sicurezza che significa garanzia per i pazienti. Vicenza non è in grado di applicare i turni europei. Non ci hanno dato le risorse e la colpa è di chi sapeva ma non ha voluto prendere in considerazione le nostre ragioni». Subito dopo Rocco De Vivo (Cimo): «E una tempesta perfetta alla quale concorrono tré fattori: la carenza degli organici, la questione assicurativa, l’istituzione di un clima inquisitorio e dirigista. Temiamo che si livelli verso il basso il ruolo del San Bortolo, e che più che giocare in Champions league ci toccherà una onesta serie B».
Quindi l’Aaroi. Paolo Gennaro: «II problema assicurativo ci cambierà la vita. Le uniche possi- bilità di farci sentire sono rappresentate dai numeri e dalla partecipazione».
Attilio Terrevoli: «II nodo vero è che ci fanno lavorare in condizioni di rischio. L’Italia ha il sistema di qualità meno costoso d’Europa e il Veneto è il più efficiente e virtuoso d’Italia. Tutto questo è stato ottenuto risparmiando sul personale, ma ora con i tagli hanno forzato la situazione».
Interventi, quindi, del segretario regionale Cimo Luigi Dal Sasso (che ha spiegato il braccio di ferro con la Regione sugli ospedali di notte); del segretario nazionale Nursind Andrea Bottega (che poi si è riunito con gli infermieri e ha “messo in guardia” sui procedimenti disciplinari); Massimiliano Zaramella presidente di Obiettivo Ippocrate che ha introdotto la successiva tavola rotonda sul ddl Gelli; di Regis («Siamo tutti in stato di agitazione. È stato Valente il primo nel 2014 a denunciare il degrado della sanità veneta e a invocare un’alleanza»); dello stesso Valente («Avete l’appoggio di tutti i medici di Vicenza. Abbiamo fatto da battistrada di un percorso condiviso. A maggio faremo un incontro con l’ordine degli avvocati per un piano di difesa dei diritti di pazienti e medici. Faremo venire a Vicenza il sottosegretario alla salute De Filippo e organizzeremo un corso di cultura assicurativa»). · In maggio sarà realizzato un piano di difesa dei diritti dei sanitari e dei pazienti.
Il Giornale di Vicenza – 18 marzo 2016