Giacomo Galeazzi. Bufera sul giro di vite agli esami. Medici e associazioni dei pazienti sono sul piede di guerra contro il decreto sull’appropriatezza delle prescrizioni. «L’obiettivo è risparmiare per reinvestire dove è necessario e cioè in quelle cure che ci chiedono i cittadini- afferma il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin-. Abbiamo dovuto fare questo salto culturale. Le norme non comportano né una riduzione dell’accesso alla diagnosi per i pazienti né hanno intenzioni punitive o persecutorie nei confronti dei medici».
Le sigle dei consumatori «sono pronte ad unire le loro forze con i sindacati medici», avverte Cittadinanzattiva. «È una mannaia sulla salute dei cittadini», accusano i 5 Stelle. Gli esami inutili costano all’Italia 13 miliardi l’anno: sono 480 milioni le visite, 64 milioni i test diagnostici, ma più della la metà dei medici ammette di prescrivere troppo.
Troppi esami fanno male
Le società scientifiche avvertono: troppe analisi fanno male, come nel caso dell’eccesso di radiografie ai bambini denunciato da tre associazioni mediche. Nel mirino la «iperprescrizione», dovuta alla preoccupazione del medico di non rischiare denunce. Gli esami radiologici eseguiti in Italia sono 40 milioni, di cui un decimo riguarda gli esami pediatrici e negli ultimi anni sono molto aumentati gli esami che utilizzano radiazioni ionizzanti», con effetti dannosi alla salute nel lungo periodo».
Il decreto sull’inappropriatezza delle prestazioni sanitarie «non è contro i medici», assicura il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo al termine della conferenza delle regioni. «Abbiamo deciso che il taglio lineare del fondo sanitario non era più praticabile e sperimentiamo nuovi meccanismi- puntualizza-. La bozza è stata presentata alle organizzazioni mediche, è stato chiesto un parere al Consiglio superiore di sanità , abbiamo riproposto il testo ai medici e chiesto di valutarlo. Agiremo in collaborazione».
In un Paese «in cui c’è il più alto numero di risonanze magnetiche occorre intervenire». Al dicastero della Salute non nascondono l’allarme per lo sciopero dei camici bianchi.
La «black list» dei test
Nella «lista nera» delle prestazioni più frequenti prescritte anche quando non strettamente necessarie (secondo la stessa autovalutazione dei medici) ci sono nel 33% dei casi gli esami di laboratorio, in egual misura gli esami strumentali e per il 16% le visite specialistiche. I medici credono che ci sia una legislazione per loro sfavorevole (31%), temono di essere citati in giudizio (28%) e ravvisano lo sbilanciamento del rapporto medico-paziente con eccessive richieste da parte del paziente e dei familiari. Risultati choc.
Uno studio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (su un campione di 1.500 medici ospedalieri in quattro regioni) ha confermato il fenomeno degli esami inutili: il 58% dei camici bianchi ha dichiarato di praticare la medicina difensiva e per il 93% la tendenza è destinata ad aumentare ancora.
La Stampa – 25 settembre 2015