Nihil obstat. La sforbiciata delle poltrone delle società controllate s’ha da fare. Su proposta del ministro degli Affari regionali, Graziano Del Rio, il Consiglio dei ministri ha infatti deciso di non impugnare la legge regionale 39/2013 “Norne in materia di società regionali”, promulgata alla vigilia di Natale dal presidente del Veneto Luca Zaia.
Insomma, la normativa può essere concretizzata. A battere il gong è Costantino Toniolo, presidente della prima commissione ed esponente del Nuovo centrodestra, che lancia un appello all’esecutivo. «Ora la giunta», punta il dito Toniolo, «non temporeggi e applichi in breve tempo la legge». Particolarmente innovativo risulta l’articolo 6 della legge (presentatori lo stesso Toniolo, il democratico Piero Ruzzante e l’italovalorista Gennaro Marotta), che prevede che «i consigli di amministrazione delle società controllate siano composti da non più di tre membri, di cui due dipendenti dell’amministrazione regionale, per le società a partecipazione diretta; ovvero due scelti tra dipendenti dell’amministrazione regionale e dipendeti della stessa società controllante, per le società a partecipazione indiretta». Ancora si stabilisce che il terzo componente svolge le funzioni di amministratore delegato e che comunque è consentita la nomina di un amminisratore unico. Le poltrone da potare dovrebbero essere una cinquantina. Ancor più stringente l’articolo 7, laddove si sancisce che «i compensi spettanti ai presidenti e agli amministratori delegati delle società controllate non sono superiori ad un importo lordo massimo onnicomprensivo annuo, ivi compresi i benefici accessori, di 80 mila euro; quelli spettanti a ciascun componente degli organi di amministrazione, di 25 mila euro; quelli spettanti a ciascun componente degli organi di vigilanza e controllo di 20 mila euro». L’assessore regionale Roberto Ciambetti si dichiara pronto ad applicare la normativa. Che, anzi, in alcune situazioni è già pienamente operativa. «Ad esempio in Veneto Sviluppo», argomenta Ciambetti, «l’indennità del presidente (Marco Vanoni, ndr) è di 30 mila euro. E quindi, in base alla legge, potrebbe paradossalmente chiedere l’aumento. Comunque, progressivamente, ad ogni rinnovo di consiglio di amministrazione, procederemo a una riduzione del numero degli amministratori. C’è già un amministratore unico nella Società Veneziana Edilizia Canalgrande». Proprio quest’ultima figura (con Ferrovie Venete, Immobiliare Marco Polo, Terme di Recoaro) tra le società che entro novembre 2014 dovranno essere liquidate. Inoltre la giunta veneta deve attivare quanto prima il recesso dalla partecipazione nella società per l’Autostrada di Alemagna.
Il Mattino di Padova – 9 febbraio 2014