I Veneti impoveriti tagliano i consumi, che puntano su auto usate e tecnologia. Emerge dai dati dell’osservatorio Findomestic, l’operatore del credito al consumo di Bnp Paribas, resi noti ieri a Padova.
Ed anche il Veneto, nel biennio 2012-2013, ha dovuto far fronte alla riduzione della ricchezza disponibile, seppure in misura meno pesante rispetto ad altre parti d’Italia: il reddito per abitante ha evidenziato nel 2013 una flessione dello 0,2% rispetto al -0,4% medio nazionale. Nel 2013 l’indicatore è sceso in Veneto a 20.150 euro, valore superiore al dato dell’Italia per 2.198 euro, ma inferiore ai 20.929 del Nord Est. Ma anche nella stessa regione si riscontrano valori differenziati: il reddito pro-capite è aumentato a Padova (20.961 euro, +0,3%) e a Venezia (20.524, + 0,3%); ma è calato in altre Province (a Belluno 20.556, -0,3%; a Verona 20.240, -0,5%; a Vicenza 20.015, -0,6%; a Treviso 19.602, -0,6%) con la massima flessione a Rovigo (17.539, -0,7%). In tutto il Veneto, i valori risultano minori a quelli del 2011, quando il reddito disponibile pro-capite medio era pari a 20.575 euro.
Situazione con riflessi immediati sul potere d’acquisto. Non stupisce, pertanto, la generale depressione delle spese durevoli, calate del 3,5% lo scorso anno (peggiore, però, il dato nazionale: -4,9%); ma nel 2012 erano calate del 13%. Comunque sia, nel 2013 la spesa per questi beni ha beneficiato dell’apporto delle auto usate cresciute dell’1%, degli elettrodomestici (2,3%) e dell’information technology (4,7%); le prime in particolare, con il 28% della spesa totale, rappresentano il comparto più rilevante. Claudio Bardazzi, dell’Osservatorio, la mette così: «Il tablet e lo smartphone sono gli status-symbol nell’epoca della crisi. La gente rinuncia alla vacanza o al motorino, pur di averli».
Altre voci, sempre nell’ambito delle spese durevoli, sono andate male: le auto nuove hanno segnato una flessione in linea con la media nazionale (-7,7%), mentre quella dei motocicli arriva al 23,2% (-24,8% in Italia); in Veneto la spesa familiare per l’elettronica di consumo è calata meno che nel resto del Paese (-14,8% rispetto al -23,3%), mentre i mobili, che pesano per il 27% sulla spesa dei durevoli, hanno subito una flessione del 6,1. Ma quali province hanno segnato i valori più bassi? Senz’altro Venezia (-5,8%) e Rovigo (-5,6%); quanto a quelle meno penalizzate, Belluno (-3%) e Vicenza (-2,6%).
Corriere del Veneto – 29 gennaio 2014