È un quadro a tinte fosche quello tracciato nell’ultima rilevazione dell’Istat sul mercato del lavoro. Non solo per il tasso di disoccupazione a due cifre, con il 10,7% registrato a luglio che corrisponde a un aumento di 2,5 punti percentuali su base annua.
A ciò si aggiunga il dato allarmante relativo al tasso di disoccupazione dei giovani del secondo semestre 2012 che è balzato nel giro di un anno dal precedente 27,4 al 33,9%, ancor più negativo per le giovani donne del Mezzogiorno dove si raggiunge il picco del 48 per cento. Previsioni negative Purtroppo, non solo a causa della difficile congiuntura economica, le previsioni restano negative. Lo hanno sottolineato le imprese, ed una recente indagine dei consulenti del lavoro: la riforma Fornero, a causa delle rigidità introdotte nelle assunzioni con i contratti flessibili, scoraggia i nuovi ingressi. Lo stesso scenario emerge da un sondaggio condotto dall’ufficio studi Bachelor sui direttori del personale delle grandi aziende del settore privato: a prescindere dall’attuale momento economico, il 76% ritiene che la legge non favorirà maggiori assunzioni e il 20% prevede che produrrà minori inserimenti lavorativi. Tempi stretti per invertire la rotta In questo contesto il governo si appresta a convocare le parti sociali per stilare un’agenda per la crescita. Ma se in tempi brevi non si passerà dalle parole ai fatti – con interventi incisivi sul fronte delle politiche del lavoro e di rilancio degli investimenti – non c’è da attendersi alcuna inversione di tendenza.
ilsole24ore.com – 1 settembre 2012