Le micoplasmosi generano perdite economiche importanti per gli allevatori dell’industria avicola. La ricerca sui micoplasmi è quindi fondamentale per implementare i piani di controllo delle malattie causate da questi batteri, specialmente nelle specie più rilevanti: tacchini, polli da carne e galline ovaiole.
Attualmente la diagnosi per l’identificazione diretta delle micoplasmosi si basa su metodiche di isolamento colturale e analisi biomolecolari. Solamente nel caso di Mycoplasma gallisepticum (MG), Mycoplasma synoviae (MS) sono disponibili ulteriori metodiche di tipo indiretto, come l’esame sierologico.
Sebbene le metodiche dirette consentano un’elevata sensibilità e specificità, presentano alcuni svantaggi:
- necessità di personale specializzato;
- attrezzature dedicate;
- costo dei reagenti;
- tempi lunghi di risposta, variabili da giorni a settimane.
Per ottimizzare i costi e velocizzare i tempi di analisi nasce dunque la necessità di avere a disposizione nuovi metodi diagnostici che forniscano risultati rapidi e affidabili per l’identificazione sia in laboratorio, che addirittura in allevamento durante il sopralluogo clinico, così da permettere la pronta attivazione di misure di contenimento del patogeno e/o le terapie più appropriate.
Con il progetto di ricerca RC 14/12, finanziato dal Ministero della Salute, un gruppo di ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ha sviluppato un anticorpo monoclonale pan-micoplasma aviare che, impiegato con la tecnologia di agglutinazione rapida al lattice (test latex), può permettere la rilevazione della presenza di micoplasmi in vitro su campioni di brodocolture.
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9 novembre 2017