I Comuni possono ritoccare l’aliquota fino al 9 dicembre. L’ultima modifica. Nel testo pubblicato ieri in Gazzetta scompare l’anticipo al 5 dicembre del termine per pubblicare le delibere comunali
Lo sforzo fiscale a cui saranno chiamati i contribuenti entro il 16 gennaio per versare la miniImu potrebbe essere temporaneo. Nonostante il decreto sulla cancellazione della seconda rata dell’imposta municipale sia stato firmato dal capo dello Stato Giorgio Napolitano e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (con il numero 133) appena ieri, nel Governo è già partita la caccia a reperire le risorse con cui rimborsare ai proprietari quanto versato per effetto del Dl. E cioè il 40% della differenza tra il tributo calcolato adaliquota standard (4 per mille) e quello ad aliquota realmente applicata dal Comune.
Tradotto in risorse da reperire, per passare dalla teoria alla pratica, servirebbero 150 milioni. Fondi che il ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio, sta spingendo per inserire nella legge di stabilità. Ma il compito di racimolarli non si annuncia semplice, visto che la lista delle modifiche da inserire nella ex-finanziaria cresce di giorno in giornoe i margini di manovra non sono così ampi. L’ultima parola spetterà, come sempre in questi casi, al responsabile dell’Economia, Fabrizio Saccomanni.
A spingere per questa soluzione non è solo il renziano Delrio ma anche i suoi colleghi ministri del Nuovo centrodestra, che sono da sempre sensibili alle “sirene” dell’abolizione dell’Imu. Come ha confermato Lupi nella sua intervista al Sole-24 Ore di ieri: «Anzitutto– hasottolineato il titolare delle Infrastrutture – dobbiamo dare la giusta proporzione alla cosa per evitare esagerazioni. Stiamo parlando di 150 milioni rispetto ai 4 miliardi dell’Imu del GovernoMonti. Dettoquesto, sono d’accordo che è un segno che va controcorrente e va corretto». Di tenore analogo le dichiarazioni di Angelino Alfano («Noi non siamo ancora pienamente soddisfatti e lavoreremo ulteriormente alla Camera per migliorare il risultato») e Gaetano Quagliariello («C’èancora tempoalgovernoaffinché la promessa che l’Imu non vengapagatasiarispettata»). Senza dimenticare il nuovo appello del presidente dell’Anci, Piero Fassino, al Parlamento per valutare «come dare soluzione a questo nodo irrisolto».
Tutti gli indizi portano dunque alla stabilità che sta muovendo in questi giorni i primi passi alla Camera. Una volta individuate le risorse, andrebbe poi messo in piedi il meccanismo per il rimborso. Ad esempio seguendo la strada già dettata dal decreto 133. Secondo l’articolo 1, comma 6, infatti, le eventuali eccedenze che un Comune dovesse ricevere nella ripartizione dei 348,5 milioni ottenuti dallo Stato per coprire il 60% della differenza tra l’imposta calcolata ad aliquota reale e quella ad aliquota standard, andrebbero ariduzione delle «imposte comunali dovute relativamente ai medesimi immobili per l’anno 2014». In pratica, con una modifica alla exfinanziaria, la stessafacoltà verrebbe estesa ai 150 milioni che i sindaci incasseranno dalla miniImu sul restante 40% a carico dei proprietari di una prima casa non di lusso. E, delle tre gambe che comporranno la futura imposta unica comunale (Imu, Tasi e Tari), la seconda sembra quella più adatta a ristorare il contribuente.
Passandoalle altre misurecontenutenelprovvedimento in questasedemeritanodiesseresottolineate una novità e una conferma. La novità è che resta al 9 dicembreil termine entroilquale i municipi, se non l’hanno ancora fatto, potranno pubblicare la delibera che fissa l’aliquota Imu. Laddove nelle bozze circolate fino a venerdì tale termine veniva anticipato al 5 dicembre. La conferma è che i 2,16 miliardi necessari a coprire l’intero Dl arriveranno pressoché integralmentedabancheeassicurazioni. Le quali – per effetto del giocod’incastro conil decretoministeriale che è stato emanato ieri e fa scattare la clausola di salvaguardia prevista dal Dl 102 sulla primarataImu– nelperiodod’imposta 2013 dovranno versare: un maxi-acconto Ires e Irap del 130% (pari alla somma tra il 128,5% previsto dal Dl 133 e l’1,5% aggiunto dal Dm), un’addizionale dell’8,5% all’Ires (che salirà così al 36%) e il nuovo anticipo del 100% sull’impostaper il risparmio amministrato. Dal2014 l’acconto per gli istituti dicredito ele compagnieassicurative scenderà al 101,5% allineandosi a quello delle altre imprese. Fermo restando che queste ultime nel 2013 vedranno l’anticipo d’imposta, sempre per effetto del decreto ministeriale citato, salire al 102,5 per cento. Per calcolare l’imposta Imu dovuta, bisogna partire dal valore catastale dell’immobile posseduto, ossia dalla rendita catastale che viene trascritta nell’atto notarile di compravendita e che può essere individuata anche attraverso una visura catastale. La rendita catastale – che Una volta ottenuto il valore della rendita rivalutata e moltiplicata per il coefficiente, è possibile calcolare l’imposta relativa all’aliquota deliberata dal singolo Comune. Nel caso in esame, il Comune di Augusta ha alzato l’aliquota per l’abitazione principale al 6 per mille. Bisogna, quindi, moltiplicare il valore della rendita rivalutata per 6 per Per proseguire nella procedura di calcolo dell’imposta dovuta è, poi, necessario calcolare l’Imu standard, ossia l’imposta con aliquota del 4 per mille applicata nel 2012 alle prime case. Il valore catastale rivalutato va quindi moltiplicato per 4 e diviso per mille ( nell’esempio del contribuente residente ad Augusta è pari a 761 euro – deve essere rivalutata del 5% ( La rendita così rivalutata va poi moltiplicata per il coefficiente, che per le abitazioni è pari a 160 ( Un contribuente, senza figli a carico, risiede e dimora nel Comune di Augusta (Siracusa). Rispetto all’aliquota Imu 2012 del 4 per mille per l’abitazione principale, nel 2013 il Comune ha deliberato un aumento dell’aliquota, che diventa del 6 per mille. La rendita catastale dell’immobile, categoria A/3, è di 761 euro. Ecco la procedura che il contribuente deve seguire per determinare la mini-Imu che dovrà versare entro la scadenza del 16 gennaio.
Il Sole 24 Ore – 1 dicembre 2013