Una popolazione ‘sommersa’ tra i 500 mila e i 700 mila soggetti, che vaga per le strade italiane: è l’esercito costituito dagli animali vaganti, veri randagi o lasciati in libertà da proprietari poco accorti. «Nella maggior parte dei casi, però un cane randagio è un cane che e’ stato abbandonato. La ‘maglia nera’ in questo caso spetta alla Campania» ha dichiarato questa mattina il sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale, presentando la campagna del ministero della Salute contro l’abbandono dei cani. In Campania sono circa 66.500 i cani randagi, contro, ad esempio, ai 3.585 della Liguria o i 500 della Toscana. Nessun randagio dichiarato in Lombardia, che assicura «tutti i cani randagi vengono catturati», ma, sottolinea Cardinale, «i dati sono ancora incompleti».
Per questo, «le amministrazioni comunali devono impegnarsi e collaborare con le istituzioni centrali», per dar vita a “una collaborazione fattiva che difenda i diritti di chi non ha voce, come gli animali”, conclude il Sottosegretario alla salute.
«Un fenomeno ancora molto presente in Italia, quello del randagismo, ma la trasmissione di questi dati non è più richiesta ai fini della ripartizione dei fondi previsti dalla legge anti-randagismo – ha sottolineato Gaetana Ferri, direttore generale della sanita’ animale e dei farmaci veterinari del ministero – Tuttavia il ministero della Salute ha chiesto un aggiornamento del dato e non tutte le Regioni hanno risposto, per cui e’ stato inviato un sollecito lo scorso marzo. Il dato e’ dunque dedotto rapportando i dati pervenuti con quelli dell’ultima stima del 2006».
Sono invece 5 milioni e mezzo i cani di proprieta’, iscritti all’anagrafe nazionale degli animali d’affezione. Un dato che comprende anche gli animali ospitati nei canili-rifugi (circa 915 in Italia nel 2011), iscritti a nome dei Comuni.
I dati, aggiornati al 22 giugno 2012, indicano nella regione Veneto una predilezione assoluta verso il fido amico dell’uomo: sono infatti 834.166 i cani registrati, 16.166 i gatti e 102 furetti, per un totale di 850.434 animali d’affezione che vivono nella Regione. Regione che, evidentemente, piu’ delle altre li ama. Alti i numeri registrati anche in Lombardia (830.068 totali) e in Emilia Romagna (795.445). La regione italiana dove si registra la presenza piu’ bassa di animali d’affezione, e’ senza dubbio la Valle d’Aosta, con 17.984 cani, 399 gatti e nessun furetto.
25 giugno 2012
Randagi, Campania maglia nera. Meno fondi, colpa della crisi
I cani abbandonati sono 66.500, su un totale di 700mila sul territorio nazionale. Per combattere sono il fenomeno sono stati stanziati nel 2011 250mila euro, contro gli oltre 3 milioni del 2010
Va alla Campania la maglia nera per numero di cani randagi e abbandonati, almeno tra le regioni che hanno inviato stime aggiornate del fenomeno al ministero della Salute. I randagi sul territorio campano, secondo le ultime stime, sono infatti 66.500, su un totale di circa 500-700mila randagi in Italia. Un fenomeno a livello nazionale, mentre si riducono i fondi destinati alle Regioni per far fronte al problema.
A puntare i riflettori sulla questione è stato oggi il sottosegretario alla Salute Adelio Elfio Cardinale, presentando la campagna ministeriale contro l’abbandono dei cani e il randagismo per l’estate 2012.
Se per l’anno 2010 la disponibilità per il fondo anti-randagismo era pari a 3,3 milioni di euro, per il 2011 il fondo è stato pari a poco meno di 250mila euro.
Un drastico taglio dovuto al momento di crisi contingente, ma l’obiettivo del ministero, ha detto Cardinale, è di “ripristinare il fondo appena possibile”. A ciò si aggiunge poi la mancanza di un monitoraggio costante del fenomeno stesso: la trasmissione delle stime sul randagismo da parte delle regioni al ministero, ha infatti sottolineato il direttore generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del ministero, Gaetana Ferri, “non è più richiesta ai fini della ripartizione del fondo”.
Non tutte le Regioni hanno dunque trasmesso i dati aggiornati, tanto che il ministero lo scorso marzo ha inviato una nota di sollecito. “Stiamo facendo un censimento del fenomeno – ha affermato Cardinale
– ma i dati sono ancora incompleti e manca un monitoraggio costante. Il problema del randagismo – ha quindi rilevato – è un problema anche di tipo culturale, da qui la campagna contro l’abbandono degli animali da affezione da parte del ministero. L’abbandono è un reato, ma oltre che sulle sanzioni ritengo che bisogna puntare alla prevenzione di tale fenomeno, anche se la sensibilità nei confronti di questo tema sta cambiando negli ultimi anni in Italia. Occorre però dare un ulteriore contributo a questa battaglia culturale e di civiltà”.
Altra priorità indicata dal sottosegretario, la necessità di una rapida approvazione della nuova legge anti-randagismo, per un adeguamento delle norme esistenti.
(25 giugno 2012) Repubblica.it